Da 38 anni attende i soldi di un esproprio

Terreno preso dal Comune, ma Palazzo di città reclama la somma dall’Ater. Lui: «È un’ingiustizia»

LANCIANO. Il contenzioso tra un privato e il Comune di Lanciano si trascina ormai da 38 anni, dal 23 settembre del 1976, per un terreno espropriato dall’allora amministrazione comunale per la realizzazione del piano Peep/167. I proprietari di un appezzamento erano in cinque, fratelli, tutti consenzienti per la cessione avvenuta volontariamente di quel campo che già era stato occupato dal Comune. Dei cinque possidenti, quattro hanno ottenuto la somma convenuta; a bocca asciutta, o quasi, è rimasto solo uno dei fratelli: Nicola Scaglione. L’ultima raccomandata attraverso la quale Scagliore, residente nella città frentana, reclama la sua parte, proprio perché è stato l’unico dei venditori al quale la quota non è stata a oggi corrisposta, è del 1994; ma Scaglione spesso, e giustamente, torna all’attacco andando negli uffici del Comune, così da chiedere indietro la quota alla quale ha diritto, ovvero il pagamento con maggiori oneri espropriativi. Lui di pazienza ne ha avuta da vendere ma ora vuole che la questione si chiuda definitivamente, almeno a distanza di 38 anni.

A raccontare la storia è proprio Scaglione. «La somma non mi viene regolarmente pagata, a mio avviso, per palese ingiustizia; mentre il Comune reclama il suo dovuto all’Ater. Al momento della cessione», spiega Scaglione, «a noi venditori è stato corrisposto un acconto sulla indennità da integrarsi successivamente. I mei fratelli hanno convenuto in giudizio l’amministrazione comunale dell’ex sindaco Nicola Fosco, così per far richiesta della parte restante e il tribunale di Lanciano, con decisione definitiva nel 1993, nel contraddittorio delle parti ha determinato il valore del terreno, in 67.119.298 milioni di lire. Detraendo quanto già a me pagato, conteggiando gli interessi, il Comune deve darmi l’equivalente in euro di 25.442.750 milioni di lire, pari a 1/5 dell’importo complessivo. Perché scaricare la “patata bollente” all’Ater (che non paga da 40 anni i terreni presi al Comune, ndc) per poter riscuotere il mio credito?», conclude Scaglione.

A quanto pare Palazzo di città attende 90mila euro dall’Azienda per l’edilizia residenziale a causa dei terreni comunali che l’Ater avrebbe ottenuto a Santa Rita tra gli anni ’70- ’80, pagandoli parzialmente.

Linda Caravaggio

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