Dayco, accordo trovato in 600 tornano a lavoro 

Dopo 4 giorni di protesta, l’azienda accetta di ripristinare il contratto integrativo È già partita la trattativa con i sindacati per la firma di un nuovo documento

CHIETI. Dopo quattro giorni di sciopero, i 600 operai della Dayco tornano a lavoro: niente tagli agli stipendi. Ieri mattina è stato trovato l’accordo tra la direzione aziendale e le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) degli stabilimenti di Chieti e Manoppello che producono cinghie per auto. È stato dunque ripristinato il contratto integrativo, in cui sono inserite indennità come il premio di risultato e quello di presenza. In altre parole: sono state scongiurate sforbiciate ai salari degli operai dopo che, in un primo momento, la proprietà aveva deciso di «disdettare» l’accordo di secondo livello.
Su un punto le parti concordano: è interesse comune lo sviluppo degli stabilimenti abruzzesi e l’incremento della competitività sul mercato. In quest’ottica, è indispensabile riavviare un percorso di relazioni sindacali con l’obiettivo di trovare una soluzione al problema. La fumata bianca è arrivata dopo la convocazione fatta giovedì da Confindustria.
Da un lato, le Rsu hanno dato la propria disponibilità a bloccare la protesta; dall’altro, l’azienda ha accettato di ripristinare l’attuale accordo di secondo livello fino al termine del 2019. Ma l’impegno è di arrivare alla firma di un nuovo contratto integrativo il prima possibile: ecco perché verrà iniziata fin da subito una trattativa. In ogni caso, qualora l’intesa per la firma di un nuovo documento non venisse trovata, azienda e sindacati prorogheranno l’accordo attuale fino al 30 settembre del 2021. E questa è una “garanzia” che permette ai dipendenti Dayco di guardare al futuro con maggiore serenità.
Così, nella tarda mattinata di ieri, è stato interrotto il presidio allestito di fronte allo stabilimento principale di Chieti Scalo, in via Papa Leone XIII. E nella notte appena trascorsa, come previsto nel verbale d’accordo, gli operai sono tornati in fabbrica e l’attività produttiva è ripartita.
L’ultima vertenza aperta alla Dayco risale all’estate del 2017, quando erano stati dichiarati 135 esuberi. Dopo l’annuncio choc, il sindaco di Chieti Umberto Di Primio, in segno di solidarietà con gli operai, aveva addirittura riconsegnato il tricolore al prefetto. Ed era stata organizzata anche una manifestazione davanti alla sede di Pescara della Regione Abruzzo. La svolta positiva era fortunatamente arrivata a fine luglio, dopo un incontro in Confindustria andato avanti fino alle due di notte: nessun licenziamento, se non su base volontaria, e un nuovo piano industriale capace di rilanciare il prodotto nel mercato nazionale e internazionale. E adesso, dopo quattro giorni di scontro, sembra essere tornato il sereno tra l’azienda e i 600 dipendenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA