Delitto di Ortona, in 40 giorni la verità sulle coltellate di Marfisi 

Sarà la psichiatra Amorosi di Pescara a svolgere la perizia psichiatrica sull’assassino di moglie e amica Il medico dovrà accertare se l’arrestato era capace di intendere e di volere il giorno dell’omicidio

ORTONA. Ha a disposizione 40 giorni la psichiatra Marilisa Amorosi per capire se Francesco Marfisi, il cinquantenne di Ortona che ha ucciso la moglie Letizia Primiterra e l’amica di lei Laura Pezzella, era in grado di intendere e di volere. Se, cioè, è stato colto da un raptus omicida o se invece sapeva bene quello che stava facendo e anzi, forse lo aveva premeditato da parecchio tempo, come sostiene l’accusa.
Ieri mattina, in tribunale a Chieti, il giudice Isabella Allieri ha affidato l’incarico alla psichiatra della Asl di Pescara. Le operazioni peritali inizieranno il 14 dicembre e dovranno concludersi entro 40 giorni. Il 28 febbraio del 2018 si terrà l'udienza per l'esame della perizia. A novembre scorso il giudice Allieri aveva concesso all’avvocato della difesa, Rocco Giancristofaro, la possibilità di accedere al rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. L’unica speranza nelle mani della difesa, infatti, è affidata a una perizia che potrebbe definirlo incapace, del tutto o solo parzialmente, di intendere o di volere.
La Amorosi, nei 40 giorni a disposizione, dovrà anche accertare la capacità processuale e la eventuale pericolosità dell’uomo che ha ucciso a coltellate la moglie e l’amica. 70 coltellate contro le due donne, ree, secondo lui, di avere una relazione sentimentale.
Era il 13 aprile scorso quando Marfisi, dipendente di un'azienda che distribuisce gas ed energia elettrica, è andato a casa della Pezzella, nel quartiere San Giuseppe, dove ha ucciso con una ventina di coltellate la moglie Letizia e con un’altra cinquantina l’amica di lei Laura. Letizia lo aveva lasciato e gli aveva detto di voler andare a vivere da Laura. Di fronte a questa situazione lui avrebbe perso la testa, dice la difesa. Per l’accusa avrebbe invece elaborato il piano addirittura quattro mesi prima.
Il consulente della difesa, Filippo Maria Ferro, ha definito la personalità di Marfisi come borderline.
Al lavoro ci sono anche i consulenti delle parti civili, gli psichiatri Ilaria Blaga e Nicola De Mattia. Si sono costituiti parti civili il marito della Pezzella, Massimo Quartieri, i due figli, assistiti dall'avvocato Ilario Cocciola, e i suoi genitori Giuseppe Pezzella e Silvana Barbieri, assistiti dall'avvocato Luigi Leo. Poi ci sono anche il padre di Letizia, Iziano Primiterra, due dei tre figli, Manuela e Mirko Marfisi, e il fratello Gianluca Primiterra, assistiti dall'avvocato Luca Tirabassi. Infine c’è l’associazione Doonè presieduta da Francesca Di Muzio. L’unico delle parti civili presenti ieri mattina in aula è stato il padre di Letizia, Iziano. (a.i.)
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