Il palazzo di giustizia di Chieti

CHIETI

Denaro in cambio del posto fisso nelle università e al Vaticano, cinque condanne

Tra gli imputati, quattro sono ortonesi, anche l'ex dirigente Asl e Arta Pescara, Di Odoardo, con un ex vicesindaco di Casalincontrada 

CHIETI. Promettevano posti di lavoro inesistenti all’università d’Annunzio, ma anche a quella romana di Tor Vergata. Persino in Vaticano. Tecnica collaudata e semplicissima: avvicinavano i genitori di giovani disoccupati e si facevano consegnare denaro promettendo il “posto fisso”. Che però non arrivava mai. A vario titolo, il giudice monocratico, Valentina Ribaudo, ha inflitto condanne a tutti gli imputati. I reati vanno dal millantato credito, alla truffa, sostituzione di persona e favoreggiamento. Sott'accusa, ex dipendenti e dirigenti pubblici. Tra gli imputati, anche un ex amministratore comunale. Per convincere i genitori a "comprare" il posto di lavoro, millantavano amicizie importanti con rettori, docenti universitari, funzionari e cardinali. Tutto falso, naturalmente. Ma il giochino è valso un "incasso"  consistente, tant'è che il giro di denaro viene stimato in circa 100mila euro. Ventinove le parti offese, delle quali solo otto si sono costituite parti civili nel processo. Condanne sono arrivate per la 36enne, ortonese, Pamela Magno (6 anni); alla madre di lei, Patrizia Marino, di 59, (4 anni); per  lo zio Marco Marino, 58, anche lui di Ortona (5 anni). E nella lista figurano anche  l’ex dirigente della Asl teatina e dell’Arta di Pescara, Luciano Di Odoardo, 73 anni, di Ortona (2 anni e 8 mesi); e l’ex vice sindaco di Casalincontrada, Lino Camillo D’Arcangelo, di 62 (due anni e 6 mesi). (a.i.)

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