Di Federico, l’uomo ragno che ha scalato il mondo

I personaggi della teatinità. Ha portato il nome di Chieti oltre gli 8mila metri Tetè Di Francesco: «E’ il miglior compagno di cordata, dà l’anima per gli altri»

CHIETI. Dalle scalate alle cime rocciose del Gran Sasso e della Maiella madre al tetto del mondo delle montagne asiatiche: questo è lo straordinario percorso compiuto dal personaggio odierno della mia vetrina, Giampiero Di Federico, guida alpina, "ambientalista d'azione", come è stato felicemente definito, già docente di alpinismo, scialpino e arrampicata alla Facoltà di Scienze Motorie dell'università dell'Aquila e direttore del corso di laurea in preparatore atletico e manageriali degli sport di montagna.

«Giampiero è il miglior amico di cordata che tu possa scegliere, perché sei sicuro che terrà la corda che ti assicura fino all'estremo delle sue possibilità», è la bella e assai significativa immagine che mi è stata offerta di Di Federico da Eugenio Di Francesco, anche lui uomo che nella montagna sembra aver trovato il suo mondo. Certo è che la cosa che si può affermare con assoluta sicurezza è che nessuno, tra i figli dell'antica Teate, ha portato più in alto il nome di Chieti, a livello nazionale e internazionale, nel corso di imprese che sono restate nella storia dell'alpinismo mondiale, come quella compiuta il 14 luglio del 1985 quando in solitaria, dopo aver superato 1.800 metri di dislivello dal campo base, attraverso una via nuova da lui tracciata, raggiunse la cima dell’Hidden Peak a 8.068 metri. Qualche tempo prima Giampiero aveva sfidato e vinto anche la vetta inviolata del Sia Shish, sempre in solitaria e in tempi da record. Già, perché tornando alla scalata della vetta hiamalania, Di Federico salì a toccare il cielo in appena sette ore, in quella storica occasione, guadagnando il riconoscimento del solitario più veloce della storia.

Riconoscimenti che gli vennero tributati da giornali specializzati, come " lo Scarpone" organo ufficiale del CAI nazionale che lo citò come il "primo italiano ad aver scalato un ottomila in giornata" e La Repubblica che lo celebrò come "il più veloce salitore della storia di una via nuova in Himalaya". Altri importanti attestati da Alp la rivista specializzata che lo ha considerato "tra i più forti scalatori solitari italiani" e dal libro "I conquistatori del Gran Sasso" dove viene citato come "il più forte scalatore abruzzese di tutti i tempi".

A completare il quadro va ricordato che nel 1986 al Festival internazionale di Trento gli fu conferito il chiodino d'argento come miglior alpinista dell'anno, mentre l'anno successivo, dalla Provincia autonoma di Trento ricevette la "farfalla d'Argento per meriti alpinistici". Riconoscimenti e premi più che meritati da Giampiero, per le sue qualità umane ed atletiche, per il suo enorme amore per la montagna e per l'ambiente. Risalgono agli anni 80 e 90 le sue battaglie per la tutela della nostra montagna e per l'istituzione dei parchi in Abruzzo, quando certo la cultura ambientalista non aveva gran seguito. E' stato tra i fondatori di Mountain Wilderness. Inoltre è stato sempre in prima linea quando si è trattato di fare interventi per pulire le nostre montagna ed anche per difenderle, come fece nel 1989 quando prese parte al "commando", formato da Messner e Gogna per bloccare la funivia del Monte Bianco.

Impossibile a questo punto riassumere in questo spazio tutte le imprese compiute dall’alpinista teatino sulle montagne di tutto il mondo e in quelle italiane: basterà dire che alcune vie da lui tracciate per raggiungere le vette della Maiella, del Gran Sasso, delle Dolomiti non hanno più trovato altri alpinisti protagonisti a causa delle difficoltà che presentano e per il particolare ambiente dove si trovano. Infine, come chi si è forgiato sulle montagne Di Federico, benché indossi anche le vesti di giornalista, scrittore e regista e sia autore di documentari e pubblicazioni, ha sempre preferito l'azione alle esposizioni mediatiche. Ed anche per questo merita tutta la stima di cui è circondato, compagno di cordata davvero ideale di tutti coloro che amano arrampicarsi sulle montagne più alte del mondo. Fino a toccare il cielo.