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Diffamazione: il processo a Di Stefano finisce a Chieti

LANCIANO. Diffamazione a mezzo Internet: è il reato di cui è accusato il deputato Fabrizio Di Stefano. Il parlamentare forzista avrebbe offeso la dignità, l’onore, la reputazione di un suo ex...

LANCIANO. Diffamazione a mezzo Internet: è il reato di cui è accusato il deputato Fabrizio Di Stefano. Il parlamentare forzista avrebbe offeso la dignità, l’onore, la reputazione di un suo ex collega di partito, l’avvocato Marco Di Domenico, attraverso Facebook nel dicembre 2012. Fu proprio Di Domenico a denunciare il parlamentare. Il processo si è aperto a Lanciano ma il legale di Di Stefano, Peppino Polidori, ha sollevato l’eccezione della competenza territoriale. Il luogo in cui è avvenuto il “fatto”, infatti, sarebbe indefinito, essendo Facebook diffuso in tutto il mondo: così il giudice Francesco Marino contando che la residenza dell’imputato è Tollo ha trasferito il processo a Chieti.

«C’era un periodo in cui non potevo andare a Lanciano», scrisse Di Stefano nel post il 12 dicembre 2012, «perché tale soggetto presidiava la mia segreteria pur di farmi da zerbino quando arrivavano. Se non avessi avuto dubbi sui suoi gusti sessuali poteva sorgermi la preoccupazione di una sua latente omosessualità. Quando ho preferito a lui un candidato sindaco diverso…è diventato un mio nemico… Mi sono tolto una grande rottura di co..ronaire!». Di Stefano non fece il nome di Di Domenico ma quest’ultimo, ex assessore, sostenne che il riferimento era chiaro «perché era noto a tutti chi fosse il candidato a sindaco in pectore del Pdl, io», e perché «taggò il post, tutt’altro che politico, su profili di amici in Comune». (t.d.r.)

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