atessa: secondo turno saltato 

E la Sevel si ferma ancora per i “capricci” della ex Blutec

ATESSA. Ancora un fermo (al secondo turno di ieri) in Sevel e ancora un guasto alla ex Blutec, oggi Ingegneria Italia, azienda produttrice di traverse sottoplancia destinate ai furgoni commerciali...

ATESSA. Ancora un fermo (al secondo turno di ieri) in Sevel e ancora un guasto alla ex Blutec, oggi Ingegneria Italia, azienda produttrice di traverse sottoplancia destinate ai furgoni commerciali leggeri che tiene col fiato sospeso tutta la produzione della fabbrica dei record. L’ultimo stop forzato, a seguito di una lunga serie di disguidi e di rimostranze da parte dei 180 dipendenti di Ingegneria Italia, si è verificato solo qualche giorno fa. Sembra una storia infinita quella della ex Blutec che dovrebbe rifornire in tempi brevissimi i materiali alla Sevel, in stato di grazia quanto a ordinazioni e produzione, e che invece arranca sotto il peso di una cattiva organizzazione gestionale. Una situazione che sta creando non pochi problemi nella fabbrica del Ducato Fiat che è costretta a rallentare i ritmi di produzione e che, proprio a causa dei problemi che si verificano da mesi nell’azienda di fornitura, non ha potuto concedere nemmeno un giorno di ferie ai dipendenti per le imminenti festività natalizie. E i sindacati scalpitano.
«Non abbiamo nemmeno un interlocutore con cui confrontarci», interviene savero Domenico Bologna, segretario Fim-Cisl Abruzzo e Molise che da mesi sta seguendo la situazione della ex Blutec, «la vicenda è drammatica. Non stiamo parlando di un industriale (Roberto Ginatta, patron della Blutec, ndc), ma di un finanziere che sta tenendo in ostaggio un intero territorio. L’azienda deve ancora restituire 21 milioni di euro al governo e alla Regione Sicilia perché, dopo aver ottenuto il finanziamento per l’acquisizione di Termini Imerese, non ha ancora rilanciato lo stabilimento, ma nel frattempo sta tenendo in sospeso aziende ad Atessa, Melfi, Potenza e Asti. Alla ex Blutec di Atessa non è stato investito un euro sulla sicurezza e sulla manutenzione ordinaria. Giustamente i lavoratori sono esasperati, lavorano senza protezioni infortunistiche e con macchinari obsoleti».
Bologna ha interessato la Fim nazionale sulla questione e il segretario generale Ferdinando Uliano è venuto in assemblea a parlare con i dipendenti ex Blutec. «Chiedo con forza a Fca e anche al governo», insiste Bologna, «di togliere l’azienda dalle mani di questo finanziere per darla a un imprenditore serio. Sevel potrebbe non completare la produzione del 2018 a causa di questa azienda e sarebbe la prima volta dopo tantissimi anni. Chiediamo a Fiat di intervenire urgentemente e non mi spiego come mai non l’abbia fatto finora». «È un’azienda allo sbando», fa notare Davide Labbrozzi, Fiom-Cgil Chieti, «addirittura sembrerebbe che abbiano staccato l’acqua per il mancato pagamento delle utenze. Chiediamo a Fca un cambio al vertice». «La ex Blutec sta tenendo sotto scacco non solo i 6mila dipendenti Sevel, ma anche i 12mila dell'indotto», sottolinea Nicola Manzi, Uilm-Uil Chieti-Pescara, «la speranza è che si facciano da parte al più presto». (d.d.l.)
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