Brecciarola

E' morto l'uomo che con l'auto voleva uccidersi e ammazzare la donna

Non ce l'ha fatta il musicista Di Cecco che dopo l'incidente sulla Tiburtina aveva riportato l'80 per cento delle ustioni sul corpo. Salva la fidanzata

CHIETI. E' morto stamattina nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Bari Roberto Di Cecco, 38 anni, musicista di Turrivalignani che aveva l'80 per cento del corpo coperto da ustioni di terzo grado. L'incidente è avvenuto perchè voleva uccidersi e ammazzare la sua ragazza. La verità dietro al tragico incidente di Brecciarola è agghiacciante. A denunciarlo è stata la donna che ha parlato da un letto di Chirurgia svelando alla polizia stradale gli ultimi istanti prima dello schianto e il rogo che ha avvolto la Ford Fiesta. Lui era in fin di vita ma la procura di Chieti lo indagava per tentato omicidio. Adesso l'inchiesta sarà chiusa per morte del reo. Non c’entrano nulla l’asfalto bagnato dalla pioggia o l’alta velocità in quel tratto di strada a Brecciarola dove l’Asse attrezzato finisce e comincia la Tiburtina. La Ford Fiesta è improvvisamente sbandata, schiantandosi contro il muretto con l’insegna del Super Coal, perché Di Cecco ha deciso di sterzare verso destra. Lo ha fatto perché cercava una duplice morte: la sua e quella di Sara G., 23 anni, con cui il rapporto sentimentale stava finendo.

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La ragazza ha 30 giorni di prognosi. Ha parlato facendo scattare, ieri mattina, l’inchiesta condotta dal pm Giuseppe Falasca. Gli ultimi minuti che precedono il terribile rogo si riassumono così. Sono passate da poco le 21 di domenica quando la coppia si lascia alle spalle un locale da ballo di viale Bovio a Pescara. Ma la lite è già cominciata perché, stando al racconto dell’unica testimone, il musicista percorre l’Asse attrezzato, sotto la pioggia, facendo manovre spericolate. Lei è spaventata nell’auto che va da una parte all’altra della carreggiata ma non immagina l’epilogo tragico che sta per consumarsi. Di Cecco è diretto a Turrivalignani perché Sara vuole riprendersi la sua roba per poi tornare a Pescara dove il musicista l’avrebbe riaccompagnata. Ma il viaggio è da incubo e alla fine della superstrada diventa un inferno. E’ la ragazza che racconta agli investigatori il gesto rabbioso e repentino di lui che sterza e punta dritto contro il cartellone del supermercato. L’urto è violentissimo. L’auto si schianta dopo essersi messa di traverso. Il posto del passeggero e la fiancata destra rimangono però quasi intatti.

Roberto e Sara perdono conoscenza. Ma lei dice di aver sentito una voce che, da fuori, le urla: «Esci, esci...». E la ragazza, ferita in modo non grave, lo fa e si salva. Dalla strada però vede una sequenza di immagini terrificanti: l’auto che prende fuoco, l’incendio che avvolge Roberto, il giovane che resta immobile mentre lei grida disperata. Per quindici minuti, forse venti, le fiamme divorano quel corpo. Stamattina il decesso.

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