E sui tagli attaccano i sindacati 

Stanziati 500mila euro in meno per Chieti Solidale, allarme dell’Usb: così c’è il rischio chiusura

CHIETI. Il bilancio che va al voto questa mattina, oltre ai tagli su Teateservizi, alla chiusura di un altro asilo nido e ai rincari di tasse e tariffe, taglia 500mila euro anche a Chieti Solidale, la società che gestisce i servizi sociali. L’allarme viene lanciato dal sindacato Usb e, in particolare, dal sindacalista Silvio Di Primio che teme per la sopravvivenza della società pubblica che dà lavoro a circa 200 persone. «Il debito del Comune», dice Di Primio, «ammonta a oltre 4 milioni e mezzo di euro. Il fondo di riserva della Chieti Solidale è stato interamente prosciugato per continuare a garantire la tenuta dei servizi alle fasce più deboli della cittadinanza e per non licenziare nessuno dei lavoratori. Il fondo di riserva della Chieti Solidale è stato interamente prosciugato per continuare a garantire la tenuta dei servizi alle fasce più deboli della cittadinanza e per non licenziare nessuno dei lavoratori. Nel più completo disinteresse di chi governa questa città» continua il sindacalista, «Chieti Solidale è costretta a ricorrere agli anticipi delle banche per farsi anticipare il denaro anche semplicemente per pagare gli stipendi. Denaro su cui si pagano interessi che vanno a danno del bilancio della società».
Secondo il sindacalista della Usb, la società pubblica quest’anno per la prima volta nella sua storia chiuderà il bilancio in passivo. «In conseguenza di tutto ciò», dice Di Primio, «con il Comune che non paga e non pagherà il suo stratosferico debito, con il Fondo di riserva esaurito e con minori trasferimenti per mezzo milione di euro nel 2019, la Chieti Solidale dovrà obbligatoriamente ridurre le ore di servizio alla cittadinanza più debole e, se questo non bastasse, come sicuramente non basterà, si arriverà alla soppressione di taluni servizi e al licenziamento di molti lavoratori», conclude il sindacalista.
Ma se Chieti Solidale rischia il futuro a causa del taglio di 500mila euro, Teateservizi, secondo il sindacalista, non sta certo meglio. «Sono anni», dice Di Primio, «che come Usb abbiamo denunciato che il ricorso alle agenzie interinali significava spendere inutilmente ingenti somme di denaro e sono anni che sollecitiamo un piano industriale. Teateservizi è stata portata verso una lenta agonia, e oggi, con anche la riduzione dell’aggio prevista in questa manovra le si dà il colpo di grazia invocando però l’assunzione diretta dei lavoratori, e senza uno straccio di piano industriale che possa dare prospettive di futuro». (a.i.)