«Espropri irregolari» per l’elettrodotto Esposti contro Terna

I comitati: «La legge prevede le opposizioni dei proprietari ma a Sant’Onofrio ciò non è avvenuto. Dov’é finito lo Stato?»

LANCIANO. «Terna non doveva agire così». È la conclusione unanime di chi, tra proprietari terrieri, manifestanti, comitati e amministratori, si trovava nel terreno di Franca Colanero e Aurelio Del Bello lo scorso 8 luglio. Una giornata torrida, partita pacificamente come una delle tante “immissioni in possesso” da parte di Terna per la realizzazione dell’elettrodotto Villanova-Gissi, e finita in un’esplosione di rabbia e follia. Da una parte proprietari e manifestanti che si opponevano all’ingresso di Terna sui terreni e dall’altra i tecnici e responsabili della società che tentavano di entrare nei campi. In mezzo le forze dell’ordine («rimaste impassibili nei confronti di chi subiva le prevaricazioni», denunciano i cittadini) e un dramma che esplode tra urla, spintoni, malori, toni aspri e molto disagio. Perché se da un lato l’opera prosegue inarrestabile il suo iter, dall’altro ci sono numerosi proprietari di terreni di ben 16 comuni che non hanno nessuna intenzione di veder passare sulle teste delle proprie famiglie cavi elettrici da 380mila volt, nè di vedere sui propri campi coltivati tralicci e piloni alti fino a 75 metri.

«Dov’è lo Stato? Dove sono le istituzioni? Chi deve proteggere i cittadini in questo dramma?». Se lo domandano i comitati dall’inizio della battaglia contro l’elettrodotto, ma ancor di più dall’8 luglio, una giornata che, da entrambe i fronti di scontro, ha segnato lo spartiacque tra ciò che si può e non si può fare. «In questa fase», rimarca Antonella La Morgia del Cast (Comitato ambiente, salute e territorio), «nella quale non c’è un’ordinanza del prefetto che impone la rimozione forzata di qualsiasi cosa impedisca l’accesso ai fondi, né che ingiunga di eseguire il decreto stesso, l’iter procedurale degli espropri prevede che i funzionari Terna interloquiscano con i proprietari dei terreni interessati per capire che cosa hanno da dire. La legge che disciplina l’esproprio prevede e contempla il caso di opposizione del proprietario». Ma questo a Sant’Onofrio non è avvenuto. Lo conferma la signora Franca, ferita nei tafferugli e in condizioni psico-fisiche precarie, che dice che i tecnici Terna non hanno mai comunicato nè chiesto nulla nè a lei nè al marito. Sulle vicende dell’8 luglio la donna ha presentato una denuncia-querela.

E l’amministrazione comunale di Lanciano, che con quelle di Paglieta e Castel Frentano ha fatto ricorso al Tar contro il progetto, si è dichiarata al fianco dei cittadini. «Abbiamo rinunciato a 1milione di euro di ecoristoro per quest’opera», dice il vicesindaco Pino Valente assieme a Davide Caporale, Marcello D’Ovidio, Antonio Di Naccio e Piero Cotellessa, «e continuiamo ad esprimere contrarietà per le modalità usate e la mancanza di confronto con Terna. Con la tensione non si affrontano certe questioni».

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