Estrazione del gas, ricorso al Tar del Lazio

Cinque sindaci, con capofila San Martino sulla Marrucina, contro il piano di stoccaggio Poggiofiorito

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA. Un ricorso al Tar del Lazio contro il progetto di stoccaggio del gas “Poggiofiorito”. È la risoluzione dei cinque Comuni decisa nel vertice dei sindaci con il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, che si erano riuniti in municipio lunedì scorso per poi dare vita a una serie di consultazioni.

L’obiettivo dichiarato è lo stop alla proposta della milanese Gas Plus srl che vuole perforare il sottosuolo per ricavare due nuovi serbatoi sotterranei accanto all’ammodernamento del “Poggiofiorito 1 diramazione A” già utilizzato per l’estrazione dalla Snam-Eni verso la fine degli anni Sessanta, quando venne costruita la centrale di Colle di Paolo. Si tratta di bacini a grande profondità, fino a circa 700 metri, che secondo i primi cittadini di Casacanditella, Fara Filiorum Petri, Filetto e Vacri oltre alla stessa San Martino sulla Marrucina (il sindaco Luciano Giammarino fu il primo a pronunciarsi con la sua amministrazione per il no al progetto), potrebbero causare forti scosse sismiche con conseguenze fatali sul già precario assetto idrogeologico dei cinque territori comunali, peraltro già segnati a tinte forti nelle mappe vecchie e nuove della pericolosità in caso di terremoto.

Per San Martino c’è poi l’aggravante della grande frana di Colle Grande, un gigante sotterraneo che dagli anni Novanta non ha mai smesso di agitarsi. Nei primi anni dello scorso decennio fu necessario ordinare l’evacuazione dell’intera frazione, cui seguì la distruzione lenta ma progressiva di tutte le abitazioni e del campo sportivo comunale. Al 2005 risale invece la rottura della condotta principale del gasdotto sotto la spinta dei sommovimenti franosi, con fuoriuscita di metano ad alta pressione nell’atmosfera.

«La Provincia e tutti i sindaci», spiega Di Giuseppantonio, «sono concordi nel bocciare il progetto, e a questo mira il ricorso al Tar del Lazio, competente a pronunciarsi sul decreto del ministero dell’Ambiente 165 del giugno scorso con cui si dà il via libera alla Gas Plus anche se con prescrizioni come quella sul limite a 3.0 di magnitudo Richter che farebbe scattare nuovi obblighi a carico della società per riportare la sismicità indotta al grado inferiore. Limite», chiarisce il presidente della Provincia, «che i sindaci giudicano preoccupante per la sicurezza».

Al Tar del Lazio si chiederà anche di valutare con attenzione il parere negativo della commissione regionale sulla Via, la Valutazione di impatto ambientale, e della stessa Provincia che ha bollato il progetto Gas Plus come incompatibile con il Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale.

Francesco Blasi

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