Ex Delverde, udienze in 4 procure

Bancarotta, concussione e falso: il giudice divide l’inchiesta

LANCIANO. Spezzettata. Assume questa connotazione l’inchiesta sul presunto fallimento pilotato dell’ex Delverde, il pastificio di Fara San Martino, con 14 indagati tra i quali Giancarlo Masciarelli, l’ex presidente della Fira. Il Gup di Vasto ha accolto le eccezioni di incompetenza per territorio: l’udienza si divide così in 4 procure.

Le accuse.
Per gli indagati spaziano, a vario titolo, dalla bancarotta alla concussione, dalle false comunicazioni sociali alla malversazione ai danni dello Stato, alla ricettazione. L’ex pubblico ministero, Anna Rita Mantini, aveva chiesto il rinvio a giudizio per i 14 indagati. Parte offesa è l’imprenditore Francesco Tamma, di Bari. Nell’udienza preliminare di venerdì scorso, il giudice Elio Bongrazio ha accolto tra le eccezioni preliminari le istanze di incompetenza territoriale presentate da alcuni avvocati difensori. Gli atti vengono così trasferiti nei tribunali di Chieti, Vasto, Lanciano e Roma - le città dove sono contestati i fatti oggetto dell’inchiesta - che devono istruire gli atti con le richieste di rinvio a giudizio per i vari Gup. Lo spettro della prescrizione non c’é perche i reati contestati hanno «scadenza» ultradecennale.

A Vasto.
Concorso in concussione e false comunicazioni sociali. Sono i reati sui quali si esprimerà il Gup di Vasto. Gli indagati per la concussione (chi costringe a dare o a promettere indebitamente a sé stesso o ad altri denaro o altra utilità) sono Masciarelli, Marco Picciotti, Alessandro Giangiulio, Pietro Anello, Carmela Alimonti, Leonardo Alimonti, Rocco Iezzi e Francesco Corazzini. La questione è quella dei 15 milioni di finanziamento pubblico che, tramite la Fira, sarebbero serviti per rilevare le quote della ex Delverde. Sempre a Vasto resta l’udienza preliminare per le false comunicazioni sociali con indagati Masciarelli, Marco Picciotti, Corazzini e Iezzi: avrebbero svalutato azioni e crediti di tre società per circa 9 milioni di euro senza valide motivazioni inducendo in errore i componenti il consiglio di amministrazione della ex Delverde.

A Chieti.
Il tribunale del capoluogo si deve occupare della bancarotta della ex Delverde. La contestazione riguarda Masciarelli, Picciotti, Giorgio De Gennaro, Giorgio Guido Canella, Antonio Di Loreto, Anello, Carmela e Leonardo Alimonti. Per l’accusa avrebbero «depauperato la consistenza del patrimonio aziendale», giungendo «a creare un deficit incolmabile e cagionando il fallimento della Delverde».

A Lanciano.
Il concorso nella malversazione ai danni dello Stato resta nel tribunale frentano. Per questo reato sono indagati Masciarelli, Picciotti, Manola Giangiulio e Rita D’Alonzo. La questione riguarda un finanziamento di 1.900.000 euro ottenuto dalla Regione e non destinato alla finalità prevista, ma pronto per l’acquisto della Delverde, già ammessa alla procedura concordataria. Sempre a Lanciano si discuterà di tentata concussione per Masciarelli, Picciotti e Leonardo Alimonti. La vicenda riguarda somme di denaro di 10mila euro pretese da due aziende sanitarie e da destinare all’acquisto della Delverde.

A Roma.
L’indagato è Anello per ricettazione: avrebbe acquisito una società usando 32.500 euro frutto di provenienza illecita.

La nuova udienza.
Per Vasto è già stata fissata al 9 aprile. «La decisione del Gup è ineccepibile», ha commentanto l’avvocato Fiorenzo Cieri, del foro di Vasto, «se la Delverde sta a Fara è giusto che sia il tribunale di Chieti ad occuparsi della vicenda così come gli altri tribunali per i fatti contestati nella loro giurisdizione».

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