False separazioni per non pagare l'Ici

Molte donne campane proprietarie di case alla Marina, in realtà abitavano altrove

SAN SALVO. C'era chi lavorava in Campania e chi pur andando ogni giorno a prendere i figli a scuola in un comune diverso da San Salvo dichiarava all'anagrafe di risiedere sulla riviera sansalvese. Tante, poi, le coppie che denunciavano di essere separate e di abitare in due case diverse. Sono questi gli escamotage che hanno consentito a centinaia di cittadini di evadere l'Ici, l'imposta comunale sulla (seconda) casa. Espedienti che sono finiti nel mirino del Comune attraverso i controlli incrociati del sistema informatico territoriale.

E' bastato controllare se effettivamente le sentenze di separazione erano state omologate per scoprire il raggiro. «L'amministrazione ha verificato che il malvezzo delle finte separazioni era piuttosto diffuso», dice il sindaco Gabriele Marchese. Almeno un migliaio le famiglie sulle quali il primo cittadino ha disposto verifiche accurate. Gli accertamenti sono ancora in corso. Si calcola che se i sospetti dovessero essere confermati, nella casse comunali potrebbero entrare molto presto almeno 100mila euro in più. «Una somma che consentirà all'amministrazione di mantenere invariata l'aliquota Ici: niente sulla prima casa e 6 per mille sulla seconda», afferma il sindaco. La filosofia che guida la giunta Marchese è «pagare tutti per pagare meno». D'altra parte non è la prima volta che l'amministrazione sansalvese rimpingua le casse con la lotta all'evasione. Nel 2004 il Comune riuscì a recuperare 250mila euro e nel 2007 altri 300mila.

Denunciare una falsa residenza nella casa al mare ha consentito a molti sansalvesi di evitare per anni il pagamento dell'Ici in vigore sulla seconda casa. Molti anche i "bugiardi" originari di altre regioni. Dai controlli è risultato che soprattutto chi risiede nel Napoletano e in Campania ha finto di abitare a San Salvo per risparmiare anche sulle polizze assicurative più costose. Il ventaglio di irregolarità rilevate dalla polizia municipale è ampio. Finti pendolari, finti coniugi separati, ma anche famiglie che risiedono in paese e denunciano solo il domicilio per non pagare i servizi. Furbizie che si traducono in maggiori oneri per le famiglie oneste. E il Comune intende chiarire prima possibile anche la posizione di centinaia di domiciliati residenti nella vallata del Trigno. Cittadini che dai piccoli comuni del Medio e Alto Vastese si sono trasferiti a San Salvo, vivono in città tutto l'anno, ma risultano residenti nei comuni d'origine, usufruendo dei servizi comunali (per esempio la raccolta dei rifiuti), e non pagano la Tarsu.

(p.c.)

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