Frane, la città ora teme le piogge forti 

Centro urbano vulnerabile. Ai “vecchi” problemi si aggiungono i cedimenti su Corso, via Corsea e piazza D’Amico

LANCIANO. Non bastava il rischio idrogeologico a far tremare la città, ora bisogna fare i conti anche con il rischio idraulico. A via per Orsogna che cede sempre più, alle Torri Montanare che scricchiolano, alle frane continue a Santa Giusta si aggiungono i cedimenti improvvisi al Corso -la voragine ex Modernissimo- in via Corsea e piazza D’Amico, spie di problemi “idraulici” nel sottosuolo di una città ricca di acqua, che non trova pace. Ai lavori pubblici in questi giorni si sta lavorando sulla stesura delle mappe di rischio idrogeologico, a cui si stanno aggiungendo le zone a rischio idraulico da inviare in Regione per ottenere fondi per gli interventi. «Restano le 9 zone rosse ad altissimo rischio idrogeologico che attendono da anni lavori di consolidamento», dice l’assessore ai lavori pubblici Giacinto Verna, «a quelle storiche come Santa Giusta, Colle Erminio, porta San Biagio fino a via Agorai, San Rocco e Sant’Egidio, le Torri Montanare, Madonna del Carmine e la strada per Orsogna, si aggiunge la zona storica colpita da rischio idraulico. Si sta lavorando su due fronti, rischio idrogeologico e idraulico». Sul fronte frane c’è un solo lavoro avviato con i fondi della Regione: quello di 400mila euro per il consolidamento delle mura di porta San Biagio. I lavori, iniziati a settembre sono in via di ultimazione ma serviranno altri 80mila euro per completarli. Si è ancora in attesa dei lavori da 1,500,000 euro per consolidare una frana delle tre attive a Santa Giusta, quella vicino la Chiesa, classificata come r4, ossia il livello massimo di rischio. «Abbiamo ricevuto i fondi dalla Regione per Santa Giusta», riprende Verna, «stiamo per appaltare i lavori; servono dei piccoli controlli che farà un geologo a giorni. A primavera inizieranno. Intanto per le case sgomberate non ci sono più problemi; due sono state demolite e delocalizzate grazie ai fondi della protezione civile. Stesso finanziamento anche per la famiglia sgomberata a Madonna del Carmine che sta sistemando la casa».
Urgenti sono i lavori sulla via per Orsogna che cede e alle Torri, che scricchiolano. Ci sono gli studi di fattibilità per sistemarli ma si stanno facendo i progetti esecutivi per ottenere i fondi dal ministero. «Si sta lavorando ma i problemi legati alla voragine del Corso hanno spostato ogni attenzione», chiude Verna, «e ci portano ad allargare il sistema di monitoraggio del territorio. Alle zone franose monitorate “storicamente” di via Belvedere, Santa Giusta, San Nicola e Porta San Biagio (monitoraggi ora sospesi per lavori, ndc) aggiungeremo altri 65mila euro per il monitoraggio della parte finale del corso, dei portici, della pietrosa e di piazza D’Amico. Ora consegniamo le mappe in Regione per avere fondi ingenti».
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