Gissi, il maltempo non ferma le operaie

Golden Lady. Manifestazione nonostante la pioggia. Il sindaco: territorio da risarcire. Fissato l’incontro con un nuovo manager

GISSI. L'acquazzone ha impedito ieri mattina agli ex lavoratori della Golden Lady di sostare sul piazzale della loro ex fabbrica in segno di protesta per un futuro incerto ma non ha certo impedito agli operai di riunirsi insieme ai rappresentanti sindacali e ai legali all'interno del bar di fronte al capannone di contrada Terzi, in Val Sinello.

La riunione organizzata dalle sigle confeerali Cgil, Cisl e Uil è servita per fare il punto della situazione.

In pochi mesi è successo di tutto. Dai festeggiamenti per la riconversione si è passati alla mobilitazione dei lavoratori. Una settimana fa il giudice del lavoro Elio Bongrazio ha dichiarato il fallimento della Silda Invest l'azienda di scarpe che aveva rilevato la Golden Lady insieme alla New Trade.

Il ministero dello Sviluppo economico ha concesso la nuova riconversione ma la procedura stenta a decollare. Su sollecitazione del senatore Giovanni Legnini il 5 febbraio i sindacati dovrebbero tornare a Roma negli uffici del ministero per incontrare un nuovo imprenditore pronto a scommettere sull'Abruzzo. Al momento però è solo uno e può offrire lavoro ad un massimo di 80 operai. Duecentotrenta colleghi non hanno ancora un futuro.

«Il ministero deve risarcire questo territorio. Non certo con i soldi ma trovando nuovi imprenditori», dice il sindaco di Gissi, Nicola Marisi. In questa fase è importante il ruolo dei sindacati e quello dei loro legali, gli avvocati Agostino Chieffo, Carmine Di Risio e Michele Sonnini. I legali che la scorsa estate presentarono la richiesta di fallimento al giudice del lavoro, Elio Bongrazio, attraverso la domanda di "insinuazione al fallimento", che sarà presentata al curatore fallimentare dovranno cercare di lenire il più possibile il disagio economico patito dalle maestranze.

La richiesta di insinuazione al passivo presentata al Tribunale è importante. In genere i crediti dei lavoratori vengono detti "privilegiati" per via della natura preferenziale riconosciuta dalla legge rispetto ad altri crediti. La situazione tuttavia è delicatissima e dovrà essere seguita passo passo.

Contestualmente Giuseppe Rucci, Franco Zerra e Arnaldo Schioppa, segretari provinciali di Cgil,Cisl e Uil, faranno il possibile per tenere vivo l'interesse dei politici sulla fabbrica della Val Sinello riuscendo a traghettare tutti i lavoratori verso un nuovo posto di lavoro. Forse il nuovo percorso verso la rinascita ricomincerà il 5 febbraio. Forse.

La convocazione ufficiale dal ministero non è ancora arrivata e i lavoratori non hanno più nessuna voglia di illudersi. L'auspicio di tutti è che la magistratura (alla quale sono stati presentati l'estate scorsa due esposti) faccia piena luce sulla precedente riconversione verificando se sono stati commessi errori e in caso affermativo venga individuato il responsabile.

Per il momento il capannone che fino a qualche anno fa era il simbolo della Val Sinello produttiva resta tristemente chiuso. Anzi sigillato. Tutto quello che è stato sequestrato sarà assorbito dal fallimento.

E resterà così almeno fino al 10 aprile, data dell'udienza fissata dal Tribunale di Vasto per verificare l'istanza di ammissibilità del passivo fallimentare. (p.c.)

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