Gli alunni con le rose salutano la preside 

L’ultimo abbraccio alla teatina Mirella Orlandi, il dolore del marito: «La malattia non l’ha fermata»

CHIETI. Con una rosa bianca stretta tra le manine, il grembiulino rosa e azzurro addosso, schierati in picchetto d’onore all’ingresso della chiesa di Sant’Andrea a Pescara. E un messaggio lanciato in cielo con gli occhi lucidi e la gola chiusa dall’emozione: «Cara preside, ti vogliamo bene e non ti dimenticheremo mai».
Così i piccoli alunni del comprensivo Galilei di San Giovanni teatino hanno accolto la bara dell’amata preside Mirella Orlandi, teatina, residente a Pescara, morta a 60 anni giovedì scorso durante l’ultimo ricovero all’ospedale di Penne.
Stroncata da un tumore che non le ha dato tregua negli ultimi due anni, la dirigente scolastica ha ricevuto l’omaggio di coloro che l’hanno conosciuta: studenti, docenti, colleghi, nella chiesa affollata da più di 300 persone. I bambini hanno deposto i fiori accanto alla sua bara ricoperta di rose multicolori e poi, a turno, hanno sorretto lo stendardo della scuola. In prima fila, il marito Francesco D’Annunzio chiuso in un dolore composto e riservato. Ad un amico di famiglia ha affidato il ricordo della moglie, nota anche come violinista: «Aveva modestia e umiltà da fare rabbia, ripeteva sempre di non sapere abbastanza. La malattia le toglieva le forze, ma distesa sul letto, ha lavorato ad un progetto per la scuola fino all’ultimo giorno di luglio, poi ha dovuto cedere le armi. Tra i suoi allievi di musica si sono formati Daniele Di Renzo e Augusto Gasbarri». L’ultima volontà, la lettura ai presenti di uno stralcio della favola del “Piccolo Principe”. In chiesa anche l’attuale dirigente del comprensivo, Ettore D’Orazio, «profondamente addolorato» per la perdita dell’amica di una vita. Dal pulpito, don Nerio Di Sipio, parroco della cattedrale di San Giustino, ha detto nell’omelia che «il sorriso di Mirella non si è spento neppure durante la prova più grave, non ha mai comunicato la tristezza del suo dolore perché non voleva dare fastidio». Le studentesse della 2ª B e D in lacrime: «Ci trasmetteva felicità anche nel dolore». Tanti i messaggi dei professori e genitori, in memoria di una preside e una donna «che a noi e alla scuola, ha dato tutto».