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Guardia armata, contratto verso il rinnovo

VASTO. Continuano a presidiare l’ingresso del municipio le guardie giurate della società Aquila di Ortona. Chi si aspettava un ripensamento dell’amministrazione comunale su una scelta che ha...

VASTO. Continuano a presidiare l’ingresso del municipio le guardie giurate della società Aquila di Ortona. Chi si aspettava un ripensamento dell’amministrazione comunale su una scelta che ha scatenato le critiche delle opposizioni consiliari e fatto storcere il muso anche ad alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra, deve ricredersi.

Il servizio di vigilanza armata, istituito nei mesi scorsi dopo la tentata aggressione ai danni del sindaco Luciano Lapenna, è in corso di rinnovo da parte del dirigente Enzo Marcello. La convenzione è scaduta il 31 dicembre scorso.

Anche in questo caso, come era già successo in precedenza, sarà una determina dirigenziale a disciplinare i rapporti tra l’amministrazione e l’istituto di vigilanza che in cambio del servizio riceve 2.800 euro al mese.

Ma l’ incarico continua a scatenare polemiche. Per le minoranze si tratta di un «inutile esborso di denaro. Prendiamo atto che la spending review, tanto invocata dal sindaco sulle questioni che non lo riguardano personalmente, non vale per la vigilanza armata, per il portavoce e per gli assegni ad personam dei dirigenti», è il severo giudizio di Nicola Del Prete, consigliere comunale indipendente, «eppure con i tagli alla spesa pubblica il primo cittadino continua a sciacquarsi la bocca a ogni occasione. Quello che meraviglia è che ci siano persone pronte a sostenere Lapenna in scelte che non hanno né capo, né coda, nella convinzione che il sindaco sia pronto a passar loro il testimone», conclude il consigliere.

Insomma, le critiche che sembravano essersi sopite, si sono rinfocolate. Per i detrattori è motivo di perplessità anche la mancanza di una delibera di giunta che potrebbe trovare spiegazione in una posizione non unanime sull’argomento all’interno dell’esecutivo. Sull’affidamento del servizio aveva manifestato una serie di dubbi anche il Diccap, il sindacato della polizia municipale. (a.b.)

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