Hotel mai nato, il Comune perde la causa ma non paga 

Maxi contenzioso per l’albergo negato all’Incoronata: l’ente si rifiuta di risarcire l’impresa edile nonostante quattro condanne e la nomina di un commissario

VASTO. Il Comune di Vasto perde la causa contro un’impresa edile che avrebbe voluto costruire un albergo all’Incornata, ma si rifiuta di pagare nonostante quattro sentenze di condanna pronunciate dai giudici del Tar e del Consiglio di Stato. L’ultimo passaggio, su decisione del tribunale amministrazione regionale, è stata la nomina di un commissario ad acta, individuato in un funzionario della prefettura di Chieti. Neppure questa mossa, però, è stata sufficiente per arrivare alla soluzione del caso. La ditta che ha vinto il contenzioso, la Monteferrante srl, sostiene di dover incassare circa 900mila euro.
Per riepilogare la vicenda, bisogna tornare indietro di oltre dieci anni. La società Monteferrante, raccontano gli atti giudiziari, è proprietaria di un terreno sul quale intende realizzare una struttura alberghiera «tramite edificazione diretta. L’istruttoria risulta definita con esito positivo come da comunicazione del Comune del 4 settembre 2007, con la quale la ditta è invitata al ritiro del permesso previo pagamento degli oneri concessori. Tali oneri vengono regolarmente pagati e la ditta ne dà comunicazione all’ente; sennonché, successivamente rispetto alla comunicazione, il Comune adotta la variante nella quale l’area rimane edificabile ma soggetta alla previa formazione di un piano attuativo. La ditta presenta osservazioni che, nonostante il parere favorevole dell’ufficio, vengono rigettate». A questo punto, l’impresa decide di iniziare una battaglia legale. La prima sentenza del Tar di Pescara arriva nel 2011. «La domanda di risarcimento del danno», scrivono i giudici, «deve essere accolta, in quanto la società ricorrente avrebbe avuto titolo a edificare nella zona considerata, ove il Comune non avesse illegittimamente imposto la necessità di un piano attuativo, pur mancandone i presupposti». Il Tar sottolinea che «la quantificazione del danno va rimessa alla stessa amministrazione comunale, che, sulla base della documentazione che la società ricorrente produrrà, valuterà e quantificherà il mancato guadagno e l’aggravio dei costi, dal momento della comunicazione dell’esito positivo dell’istanza edilizia, maggiorato dei soli interessi legali». La sentenza di primo grado viene confermata in appello sia nel 2013 che nel 2014. Ma il Comune resta immobile. Arriviamo così fino al 25 marzo del 2019, quando l’impresa edile ottiene anche un giudizio di ottemperanza. In altre parole: all’amministrazione comunale di Vasto viene ordinato di eseguire quanto deciso in sentenza entro 30 giorni. Ma anche stavolta non cambia assolutamente nulla. E le richieste del funzionario della prefettura nominato commissario ad acta rimangono, ad oggi, ancora senza una risposta.