I Cinque Stelle attaccano: «Pd ambiguo sulle trivelle»

Vasto, convegno partecipato nel giorno dello scandalo che investe il Governo La candidata Cieri: «A Roma votano lo Sblocca Italia e qui fanno le passerelle»

VASTO. Dal “bipolarismo” del Pd («Che a Roma vota lo Sblocca Italia e a Vasto partecipa alle manifestazioni contro le trivelle») alle ragioni del sì. Il referendum del 17 aprile è stato al centro dell’incontro organizzato dal Movimento 5 Stelle nella sala convegni della Società operaia, che ha registrato la partecipazione degli europarlamentari Daniela Aiuto e Piernicola Pedicini e della candidata a sindaco Ludovica Cieri. È stata proprio quest’ultima ad accusare il Partito democratico di “bipolarità”, tra l’altro proprio nel giorno delle dimissioni del ministro Federica Guidi per lo scandalo petrolio. «A Roma votano lo Sblocca Italia e qui partecipano alle manifestazioni contro le trivelle», ha commentato la Cieri, che non ha lesinato critiche all’amministrazione comunale, «Vasto doveva essere capofila, ma risulta invece essere la grande assente in questa lotta: si è adeguata alla scelta del presidente della Regione Luciano D’Alfonso di sfilarsi tra le regioni promotrici del referendum. Il sindaco Luciano Lapenna avrebbe dovuto tutelare i cittadini, l’ambiente, l’economia fatta di turismo e pesca, ma non ha fatto niente. Il sindaco che vogliamo è quello che ha la forza di dire un no vero ai fossili e puntare al futuro». Il futuro per la candidata pentastellata è rappresentato dalle energie rinnovabili che però «possono incidere significativamente solo al fianco di una corretta politica di risparmio energetico ed eliminazione degli sprechi», per cui «la pubblica amministrazione deve dare il buon esempio per poi coinvolgere i cittadini in un circolo virtuoso. Dire sì al referendum per indicare la volontà di questo cambio di direzione». Sono stati gli altri interventi a sviscerare le ragioni del sì, ma soprattutto i motivi che inducono a partecipare alla consultazione referendaria.

«Il senso vero e profondo di questo referendum è il messaggio chiaro ed inequivocabile che vogliamo spedire al Governo», hanno detto i relatori, «noi non vogliamo le trivelle ma un nuovo modello energetico sostenibile, basato sulle fonti rinnovabili; un modello in cui le fonti fossili abbiano un ruolo sempre minore, fino a scomparire. Vogliamo l’autosufficienza energetica fondata sull’energia pulita. Questo spiega l’ostilità di chi ci governa nei confronti di questo referendum e le ragioni sono evidenti: l’intreccio della politica con gli interessi dei gruppi di potere, le lobby del petrolio e i grandi finanziatori partitici. Un’ostilità che diventa violazione dei più elementari principi democratici, come dimostra il modus operandi dei nostri amministratori a tutti i livelli, dal nazionale al locale».

Anna Bontempo