I fondi sono stanziati ma non arrivano, l'appello di una madre di Chieti: "Aiutate mio figlio disabile"

Il calvario di una famiglia che da aprile aspetta i fondi già stanziati dalla Regione e mai erogati dal Comune

CHIETI. Come regalo di Natale ha chiesto dei dvd. Ne vede tantissimi Marco Macaluso, 27 anni di Chieti, cresciuto su una sedia a rotelle, attaccato a una serie di macchinari elettrici senza i quali non può sopravvivere. Quando era piccolissimo si è scoperto affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne ed ora ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. La sua vita la deve anche a una coriacea mamma siciliana trapiantata a Chieti, Giuseppa Posata, che rappresenta tutta la sua famiglia, e che lo assiste minuto per minuto. Persino un semplice colpo di tosse, infatti, può attentare alla sua vita. Anche per questo motivo Marco dallo scorso aprile gode di un finanziamento regionale inerente al progetto “La vita indipendente”.

Ogni anno la Regione stila una graduatoria per assegnare i fondi. La signora Posata ha fatto domanda per il figlio nel 2014 e Marco è risultato secondo in graduatoria, primo a Chieti. Il progetto gli mette a disposizione 18 mila euro l’anno che bisogna utilizzare per l’assistenza e, in particolare, per assumere una badante. Così Posata, una madre sola e senza lavoro (impiego che d’altronde non potrebbe svolgere per stare accanto a Marco) si è fatta assumere dal figlio, per il quale “lavora” dal primo aprile 2015. Solo che i soldi per il suo “stipendio” non sono mai arrivati. O meglio di quei soldi non sembrava neanche esserci traccia.

Soltanto la determinazione della signora ha permesso di scoprire, dopo svariati tentativi, che la Regione aveva dato regolarmente i fondi al Comune di Chieti dallo scorso aprile, cioè da quando partiva l’assunzione, ma il Comune non ha mai provveduto a farli arrivare a destinazione. E certo Giuseppe Posata non è rimasta con le mani in mano ad aspettare il finanziamento che le spetta di diritto. Mentre non riusciva a pagare i contributi che sono comunque a suo carico, mentre chiedeva prestiti a destra e manca, facendo fatica a tirare avanti con la sola pensione del figlio, la signora ha tempestato di telefonate il Comune di Chieti, chiedendo notizie a tutti i livelli, dal funzionario, al dirigente, all’assessore, alla segreteria del sindaco.

L’unico con il quale non è riuscita a parlare, nonostante le richieste, è stato proprio il sindaco Umberto Di Primio, venendo sempre dirottata verso l’assessore preposta, Emilia De Matteo. «Dallo scorso aprile, ho tentato di tutto», racconta la donna che incontriamo mentre dà da mangiare al figlio. «All’inizio mi avevano detto di aspettare perché c’erano le elezioni ed era tutto bloccato. Poi ho dovuto aspettare il ballottaggio. Poi c’era un problema perché il dirigente della Ragioneria se ne era andato. Poi mi hanno spiegato che nel bilancio non c’era un capitolo apposito per questi soldi. Infine, quando hanno creato questo benedetto capitolo, sembrava che di questi soldi non ci fosse più traccia».

Promesse, rinvii, richieste di avere pazienza e telefonate liquidate pure in malo modo: una situazione allucinante. La signora, tanto lo stress, mese dopo mese ha iniziato anche ad accusare problemi di salute. Di fronte a tanti muri, alla fine l’unica scelta è stata mettere tutta la questione in mano a un avvocato. Così a giorni il sindaco vedrà recapitarsi una lettera dell’avvocato della signora Posata che contiene l’avvertimento di una denuncia penale se entro sette giorni il Comune non darà a Marco i soldi che gli spettano da aprile a dicembre.