I medici rinviano le ferie per garantire le operazioni

Gli anestesisti dell’ospedale Renzetti rimandano a ottobre le pause estive pur di non annullare 60 sedute già programmate. Il sindaco ringrazia il primario

LANCIANO. Rinuncia a parte delle ferie per non tagliare 60 sedute operatorie e salvare così 180 interventi chirurgici. Rispondono con i fatti e con i sacrifici gli anestesisti dell’ospedale Renzetti guidati dal dottor Luigi Maria Vitacolonna, ai problemi causati dalla chiusura delle sale operatorie di Atessa per permettere al personale dell’area di Lanciano-Atessa si usufruire delle ferie. Una decisione, quella della Asl di chiudere le sale operatorie del San Camillo, che aveva fatto insorgere il sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti, ed altri esponenti del territorio, ma una scelta necessaria per assicurare emergenze-urgenze ma anche gli interventi programmati dell’area frentana e sangrina.

«Una scelta magari sofferta, legata solo ai due mesi estivi, per evitare di incappare nell’interruzione di pubblico servizio e assicurare gli interventi», rimarca il sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, «e la permanenza della guardia anestesiologica ad Atessa. Infatti dei 18 anestesisti in organico all’ospedale Renzetti almeno tre continuano ad andare al San Camillo, mentre uno è dirottato ad Ortona. Quindi di effettivi ce ne sono 14. Farli ruotare non è facile, comporta per forza una riduzione degli interventi programmati. Ma vista l’ampiezza del territorio, il bacino di utenza del presidio frentano che è di 150mila persone, il primario Vitacolonna ha chiesto un sacrificio ai suoi che hanno accettato: le ferie sono in parte dirottate ad ottobre per salvare le sedute. Ne erano 60 a rischio, oggi invece ne saranno recuperate 15. Saranno fatte 45 sedute che esprimono 180 interventi, che eviteranno così l’allungarsi di liste di attesa. È un grande senso di responsabilità verso il territorio».

Ad un gesto di responsabilità la Asl non risponde in modo adeguato. Ad esempio nel reparto servono tre ecografi da tempo: non sono arrivati. «Oltre a questioni di inquadramento, gli anestesisti hanno chiesto 3 ecografi alla Asl», dice Pupillo, «l’azienda ne ha acquistati due, uno è finito a Chieti, un altro a Vasto. Questo significa non dare risposte ai medici ma neanche ai cittadini». Risposte che per il sindaco dovrà dare il nuovo assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci chiamato a rivedere il sistema sanitario, a ridistribuire le risorse accentrate tra Chieti e Pescara sul territorio.

Azioni concrete chieste da Pupillo che, invece, per l’ex consigliere regionale di Forza Italia, Emilio Nasuti, in realtà resta in silenzio sulle vicende che coinvolgono il Renzetti. «Sento parlare la nuova amministrazione regionale di centrosinistra di potenziamento dell’ospedale di Ortona, di un nuovo nosocomio in Val di Sangro e del Renzetti non si preoccupa più nessuno», dice Nasuti, «c’è qualcosa che non va perché quando la giunta regionale guidata da Gianni Chiodi ipotizzò come sito per il nuovo Renzetti l’area di Villa Martelli ci fu una levata di scudi da parte del centrosinistra. Si disse che l’ospedale doveva restare lì dove è adesso. Oggi, invece, il nuovo assessore alla sanità Paolucci parla di un presidio in Val di Sangro e gli stessi che quando governava Chiodi si incatenarono davanti all’ospedale, non hanno proferito parola». «Forse Nasuti è confuso», risponde Pupillo, «il manager Asl Francesco Zavattaro e la giunta Chiodi premevano per un ospedale a Sant’Onofrio, noi ci siamo opposti indicando l’area attuale o Villa Martelli. Nasuti dovrebbe rivedere i ricordi o quanto meno leggere i documenti. Dovrebbe farlo assieme a Chiodi e a Zavattaro che hanno lasciato oltre 700 pazienti senza assistenza domiciliare integrata e depotenziato il Renzetti».

Teresa Di Rocco

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