Il parcheggio selvaggio sfratta pedoni e disabili 

La protesta dei residenti di via San Francesco d’Assisi: rischiamo di essere investiti Parte un esposto al sindaco e ai vigili urbani: più controlli e nuova segnaletica

CHIETI. Trecento metri di strada a rischio per i pedoni che devono schivare macchine e motorini. Succede in via San Francesco d’Assisi, una traversa che collega viale Croce a via Pescara, dove il parcheggio selvaggio è diventato ormai una regola fissa: nell’area il Comune ha istituito da tempo la sosta con il disco orario ma il parcheggio resta senza regole, proprio in un tratto in cui la strada si restringe per l’occupazione autorizzata e in regola di un’attività commerciale. A chiedere un intervento al Comune per restituire «sicurezza» alla zona sono i residenti che hanno paura di essere travolti dalle auto in transito ogni volta che scendono in strada: «Si chiede cortesemente di ripristinare il marciapiedi o di transennare le aree dove non c’è, per consentire a pedoni e disabili di circolare in sicurezza», recita un esposto inviato da un residente al sindaco Umberto Di Primio e alla comandante della polizia municipale Donatella Di Giovanni. In Comune sono arrivati anche altri esposti da via San Francesco d’Assisi.
Di fronte ai pericoli provenienti dalla strada, i residenti chiedono un intervento immediato all’amministrazione: rifare le strisce pedonali e gli stalli dei parcheggi. E poi, l’esposto continua a raccontare i problemi della zona sollecitando più controlli: «È necessario far rispettare il divieto di sosta con rimozione perché dalla mattina alla sera le auto impediscono il passaggio».
Le immagini scattate dai cittadini e consegnate al Centro raccontano i disagi quotidiani: «Ogni volta che porto a spasso il cane corro il rischio di essere investito da una macchina o da un motorino», racconta un residente, «ormai non c’è più spazio per camminare: una parte della strada è stata assorbita da un’attività commerciale e su un lato dovrebbe esserci il divieto di sosta. Purtroppo», continua la residente, «nessuno fa i controlli e questa situazione di pericolo sembra tollerata».
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