Il pasticcio del bilancio mette nei guai la giunta 

La maggioranza ritira la delibera sul rendiconto 2016 già censurata dai revisori Mancano i documenti, rinvio al 1° agosto. La minoranza: non si amministra così

CHIETI. Ritirata la proposta di deliberazione sul rendiconto di gestione 2016 del Comune, quello su cui i revisori dei conti già hanno espresso criticità, attraverso una relazione con riserve. È successo ieri durante l’assemblea civica che avrebbe dovuto pronunciarsi, quindi, sul rendiconto di Chieti solidale, sullo schema di bilancio della Teateservizi, su quello consuntivo del Marrucino. Tutto è stato rinviato al 1° agosto, dal momento che l’opposizione, compatta più che mai, è riuscita a far ritirare la proposta di deliberazione e a far slittare il voto cruciale dopo circa un’ora e mezza di sospensione dell’assemblea. Ed è stata una la pregiudiziale su cui la giunta del sindaco Umberto Di Primio ha dovuto riflettere più del previsto: quella, tra le altre, presentata dal consigliere de L'Altra Chieti-Sinistra Italiana, Enrico Raimondi. Che rileva un vizio di forma, ma pure di sostanza: la pregiudiziale, accolta infine dalla maggioranza, parla di violazione dei termini di legge rispetto alla presentazione di documenti da allegare proprio alla proposta di deliberazione sul rendiconto di gestione 2016. Carte che i consiglieri avrebbero dovuto visionare “entro venti giorni prima dell’inizio della sessione consiliare in cui viene esaminato il rendiconto”. Ma così non è accaduto, tantoché la minoranza ha paventato la possibilità di ricorrere al Tar: “Tutti gli allegati che formano oggetto della proposta di deliberazione da esaminare avrebbero dovuto essere messi a disposizione dei consiglieri comunali” nel rispetto del termini di legge (come si evince dall'articolo 227, comma 1, d.lgs. n.267/2000).
Il ritiro e il rinvio. A rispondere - dopo sospensione dei lavori e mediazioni - è lo stesso Di Primio: «Abbiamo esaminato la situazione con gli uffici. Ringrazio l’opposizione per aver osservato il bilancio con attenzione», dice, «si potrebbe andare avanti, ma vista anche l’ipotesi di un ricorso e mancando tra gli allegati presentati il parere del collegio dei revisori, possiamo andare ad approvazione il 1° agosto, in modo da prendere quei 20 giorni preliminari per visionare il tutto».
Il calendario dei lavori. Una proposta enunciata dal sindaco stesso: «Il 21 luglio una commissione per discutere dell’atto della Corte dei conti (sul rendiconto 2014), che già è stato stravolto nella sua lettura», ricorda Di Primio. Poi «l’analisi dei dati dei revisori dei conti» fino ad arrivare al 24 e al 26 «per una commissione assestamento, misure che riteniamo di adottare per far fronte ai rilievi che ci sono stati fatti dalla Corte dei conti». Da qui, poi, il 1° agosto. Infine, passa l’idea di votare gli atti relativi al rendiconto 2016 tutti proprio il 1° agosto quando dagli uffici, un tantino piccati, ricordano proprio a Raimondi «che non c’è stato nulla di irregolare».
La minoranza vince. «Abbiamo fatto rispettare la legge. Forse dall’amministrazione avranno pensato che noi, come loro, i rendiconti finanziari non li leggiamo. Per questo li avranno mandati in ritardo», commenta a margine del consiglio l’esponente de L’Altra Chieti. Così continua Bruno Di Paolo, di Giustizia Sociale: «Oggi si è evidenziato il pressappochismo di questa amministrazione. Il sindaco, dopo un’ora e mezza di discussione con gli uffici, ha ripreso la parola. Non ho capito a che titolo. Forse voleva scusarsi». E così, invece, ricorda Ottavio Argenio, dei 5 Stelle: «Se entriamo nel merito di questa gestione economico-finanziaria c’è ancora più da ridere. C’è una discrasia tra i dati che possiede Teateservizi e quello che arriva ai revisori. Com’è possibile? Si sovrastimano entrate nelle casse comunali solo per avere capacità d’impresa: ma intanto le aziende, come per il caso di Palazzo D'Achille, non vengono pagate e vanno via». Poi lo spettro dello scioglimento del consiglio comunale, vista la diffida allo stesso da parte della prefettura, per far sì che si deliberi finalmente sul rendiconto di gestione – e ciò entro e non oltre 20 giorni dal 13 giugno, giorno in cui il provvedimento è scattato. Il tempo sembrerebbe evidentemente scaduto: «Le amministrazioni non possono essere sempre giustificate», sbotta Alessio Di Iorio (Pd). E ieri, alla fine, i consiglieri di minoranza sono andati dal viceprefetto: vogliono spiegazioni sul mancato scioglimento dell’assemblea civica. (e.r.)
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