«Il sansificio non doveva funzionare» 

Treglio. La Regione: da dicembre 2016 c’è la diffida a riaprire. Il sindaco: l’azienda non ha mai risolto le carenze strutturali

TREGLIO. Il sansificio Vecere non poteva e non doveva lavorare la sansa, né ricevere altri quantitativi rispetto a quelli già presenti in azienda da smaltire e per i quali era stata concessa una specifica proroga ormai scaduta. Lo ha ratificato la Regione nell’incontro di ieri pomeriggio con il sindaco di Treglio Massimiliano Berghella. Presenti al tavolo gli assessori Giovanni Lolli e Dino Pepe (assente invece il responsabile dell’ambiente Mario Mazzocca) e i dirigenti dell’ufficio tecnico che concede le autorizzazioni per questo genere di impianti. La posizione della Regione è, quindi, quella già sostenuta con il diniego dell’autorizzazione unica ambientale, confermato nei giorni scorsi, con un’aggravante: l’azienda aveva ricevuto una diffida a poter operare già dal 23 dicembre 2016 e non avrebbe dovuto ricevere la sansa dei frantoiani e delle aziende agricole in questi giorni. Nessun dietrofront dunque, ma una vittoria piena dell’amministrazione comunale su una questione che da anni tiene con il fiato sospeso i residenti di Treglio e del comprensorio frentano. Risolta anche la questione dello stoccaggio delle sanse. Posto il fatto che il sansificio Vecere non può ospitare né lavorare nuovi quantitativi di materiale, resta il fatto che le imprese agricole e i frantoi possono rivolgersi ad altri impianti presenti in Abruzzo e nella stessa provincia di Chieti. Si tratta di strutture che non estraggono l’olio dalla sansa e che non effettuano combustione. «Abbiamo avuto conferma di ciò che abbiamo sempre sostenuto», riferisce soddisfatto Berghella, «il sansificio Vecere non poteva lavorare per carenze igienico-sanitarie, produzione di emissioni inquinanti e carenze tecniche mai sanate. Si tratta di un’azienda che da tempo presentava problemi strutturali di tipo industriale che non ha mai voluto affrontare né risolvere. Ciò che afferma in questi giorni è falso: l’azienda ha sempre saputo bene ciò che non poteva fare e, nonostante questo, ha continuato a farlo. Adesso deve assumersi la responsabilità di aver alimentato false aspettative negli operatori della filiera olearia e caos e sgomento tra i cittadini di Treglio». Intanto da Lanciano arriva la solidarietà dell’amministrazione Pupillo al presidente di Nuovo Senso Civico, Alessandro Lanci, aggredito nel suo negozio da un agricoltore, e la vicinanza all’amministrazione tregliese. «Episodi del genere vanno condannati senza se e senza ma», affermano il sindaco Mario Pupillo e l’assessore all’ambiente Davide Caporale, «condanniamo anche l’inqualificabile e irresponsabile strumentalizzazione politica per la riapertura di un impianto che aveva ricevuto parere negativo ad opera di politicanti di mestiere che sentono avvicinarsi la scadenza elettorale e in nome di questa tentano di piegare al proprio interesse personale tutto e tutti». Solidarietà anche dalla consigliera regionale di M5S Sara Marcozzi: «Siamo dalla parte delle imprese che valorizzano le filiere locali, ma il rispetto delle norme è imprescindibile, soprattutto quando in ballo c’è la salute dei cittadini. Un consigliere regionale (il riferimento è a Mauro Febbo, ndc) dovrebbe battersi per scongiurare l’attività di chi, guardando solo al profitto, mette a rischio la salute di migliaia di cittadini. O vogliamo continuare a costringere gli abruzzesi a scegliere tra lavoro e salute?».
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