In arrivo un ponte di ferro sulla voragine del centro 

Oltre un anno dopo il crollo, il Comune trova i fondi per intervenire in vico Corsea Le rassicurazioni di Verna: «Lavori nel 2020, non ci sono rischi per gli edifici»

LANCIANO. Pronto il progetto del camminamento di ferro sopraelevato sulla voragine; trovati i soldi, 300mila euro; ora si attende la gara d’appalto entro fine anno, al massimo gennaio 2020. Si sblocca la sistemazione di vico Corsea a 14 mesi dall’alluvione che ha aperto una voragine nella via, costretto l’amministrazione alla chiusura, a cambiare la viabilità con disagi per residenti e commercianti di piazza Garibaldi e centro storico.
«Abbiamo approvato in giunta il progetto di fattibilità tecnico-economica per la sistemazione e la riapertura al traffico del tratto di vico II Corsea», annuncia l’assessore ai lavori pubblici Giacinto Verna, «la prossima settimana passeremo al progetto definitivo-esecutivo ed entro fine anno contiamo di appaltare i lavori da 300mila euro. Fondi già stanziati nel piano triennale delle opere pubbliche perché sappiamo da tempo che la strada va riaperta al più presto al traffico per venire incontro alle esigenze di residenti e commercianti». E il progetto, redatto dall’architetto Piergiorgio Renzetti, coadiuvato nella fase degli studi anche dal geologo Luigi Carabba, prevede un camminamento di ferro sulla voragine che permetterà alle auto di passare. Via le assi di legno che ci sono dal 31 agosto dell’anno, spazio al ferro e all’acciaio. «Ci saranno piastre di acciaio di due centimetri di spessore che appoggeranno su un sistema di micropali», riprende Verna, «che saranno adiacenti ai muri portanti degli edifici, ma distaccati da essi. Saranno anche installati i sensori destinati a dare l’allerta in caso di piogge abbondanti». È una soluzione provvisoria per permettere il transito delle auto, evitare altri danni al cunicolo e soprattutto per non pregiudicare interventi successivi. «Continueranno gli studi e i sondaggi», dice l’assessore, «ma possiamo già rassicurare i residenti che le analisi finora condotte non hanno evidenziato rischi di cedimenti per le abitazioni della zona, bisogna però andare avanti con analisi geotecniche e idrauliche». La città, scopertasi fragile, ha bisogno di studi per capire il sistema di reti e il sottosuolo. Nella zona di vico Corsea, ad esempio, la rete antica subisce brusche interruzioni causate da interventi più recenti che creano infiltrazioni fognarie che si sono accumulate per anni fuori dalle condotte creando cedimenti, appunto, del terreno. Una zona profonda è proprio tra vico Corsea e l’intersezione di via Corsea dove è stato rinvenuto l’antico ponte dei calzolari che fino agli inizi dell’Ottocento era calpestabile. Era una delle tre strutture che permettevano di oltrepassare il fosso malsano, la Mala valle.
«Attendiamo l’appalto e i lavori», chiudono i commercianti di piazza Garibaldi, «dalla chiusura della via i negozi si sono progressivamente svuotati per la mancanza di collegamenti diretti tra la parte alta della città e la piazza».