Jazael Scarinci e Vittorio Ferroni, le vittime dell'incidente

Incidente sulla Trignina, Crecchio piange due lavoratori esemplari  

Il dolore del paese per la scomparsa di Jezael e Daniele. Comunità in lutto: annullato il Sant’Antonio

CRECCHIO. È il giorno del mercato settimanale a Crecchio e tra le bancarelle dislocate nel centro del paese non si parla d’altro che della tragedia verificatasi il pomeriggio precedente. È un martedì di dolore nella comunità dell’Ortonese, ancora sconvolta dal doppio lutto da cui è stata colpita. C’è incredulità per la morte di Jezael Scarinci e Daniele Ferroni, 31 anni da compiere il primo, 51 anni il secondo, travolti da un tir sulla strada statale 650 Trignina, fra Trivento e Castelguidone.
Lungo le vie del centro urbano si ascoltano svariati commenti, tutti molto simili tra loro: «Erano due pezzi di pane», dicono i concittadini per esaltare la bontà caratteriale di queste due sfortunate persone. Poi incontriamo la nonna paterna di Jezael, non se la sente di parlare, si limita a dire con gli occhi intrisi di lacrime che «è un dolore enorme» quello che sta vivendo.

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Uno strazio che ha colpito tutto il paese: la notizia del drammatico incidente di lunedì è rimbombato attraverso delle urla che hanno riecheggiato nel centro di Crecchio. Subito dopo aver appreso dello schianto nel territorio molisano, c’è chi tra famigliari e conoscenti di Scarinci ha emesso delle grida che hanno scosso la tranquillità dei vicoli ai piedi del castello ducale. Jezael avrebbe compiuto 31 anni il prossimo 30 gennaio. Era pronto a partire per Cuba, dove ad aspettarlo c’era la sua ragazza, che era tornata già da qualche settimana sull’isola caraibica. Il papà, Lorenzo, rimasto anche lui coinvolto nell’incidente ma fortunatamente senza grosse conseguenze, non si dà pace. È sotto choc per la morte del figlio. Proverà a trovare conforto nella fede, essendo una persona molto religiosa. Lo conferma anche il parroco di Crecchio, don Giacomo: «Conosco bene la famiglia», dice il sacerdote, «Lorenzo viene spesso in chiesa. Jezael era un bravo giovane, non ha mai discusso con nessuno, lavorava sempre con il suo papà».
Un ragazzo d’oro, testimoniato anche dalla titolare della tabaccheria del paese, Lucina Procida: «Era una persona per bene, riservato e innamoratissimo della sua compagna. Un gran lavoratore», dice. La signora conosceva anche Daniele Ferroni, che descrive come «uomo molto gioviale. Proprio l’altra sera mi ha aiutato a chiudere il cancello del negozio, era passato per fare una ricarica», ricorda. Il 51enne non era di origini abruzzesi, ma si era trasferito a Crecchio per coltivare il suo amore verso una ragazza. Nell’ultimo periodo, tuttavia, viveva ad Arielli, anche se Crecchio continuava ad essere la sua casa. Appassionato di moto, faceva parte della locale Pro loco di cui era membro del direttivo. «Un uomo squisito», sostiene Amedeo Polidori, barbiere che fa parte dell’associazione. «Aveva diversi amici qui in paese. Tutti noi della Pro loco eravamo impegnati con la festività del Sant’Antonio, ma dopo questa immane tragedia è stato annullato ogni evento».
È una comunità in lutto Crecchio. Anche sui social sono stati postati molti messaggi di cordoglio. Uno di questi, pubblicato sul profilo di Jezael Scarinci, spiega: «In questi casi non riesco a dire niente, tanto so che da lassù ascolterai anche i nostri silenzi». Un silenzio saturo di dolore che lunedì sera, qualche ora dopo le sopraggiunte notizie, ha contraddistinto il centro di Crecchio, dove nessuno riusciva a proferire parola, incapaci di realizzare e accettare i drammatici fatti.
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