il futuro della zona produttiva

Industrie o commercio? Punta Penna è divisa

VASTO. È arrivato dalla Germania, pronto a rilevare uno dei tanti capannoni inutilizzati dell’area di Punta Penna. Oltre a un ricco bagaglio di esperienza portava anche ordinativi e posti di lavoro....

VASTO. È arrivato dalla Germania, pronto a rilevare uno dei tanti capannoni inutilizzati dell’area di Punta Penna. Oltre a un ricco bagaglio di esperienza portava anche ordinativi e posti di lavoro. L’attività che avrebbe voluto avviare tuttavia era commerciale. «Mi hanno detto che avrei potuto avviarla tranquillamente ma ho scoperto che sarebbe stata illegale perché l’area di Punta Penna è industriale». L’imprenditore ha preferito lasciare e avviare la stessa attività più a nord.

L’episodio è emblematico e riporta in auge una questione sulla quale da anni gli industriali discutono e combattono. Perché se Confindustria è contraria ad ampliare la destinazione di Punta Penna a zona commerciale, diversi imprenditori del Vastese non la pensano allo stesso modo. Paolo Primavera, presidente provinciale di Confindustria, lo ha detto e ribadito più volte: «L'area di Punta Penna è destinata alle attività produttive e tale deve rimanere».

Che Punta Penna abbia bisogno di nuova linfa vitale è innegabile. Anche fra i sindacati c’è chi da anni sta cercando di scuotere la Regione e le istituzioni. Da tre anni non si produce più reddito. Un terzo delle aziende non c’è più. Il miracolo industriale è uno sbiadito ricordo. Davanti a uno scenario drammatico molti vastesi ritengono sia necessario trovare soluzioni per rimettere in moto l’economia. Ampliare la zona ad area commerciale potrebbe essere una opportunità. «Sono d’accordo nel rispetto dell’armonia urbanistica», afferma il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio. «Se la destinazione commerciale, anche solo di una fetta di Punta Penna, porta nuova occupazione e aiuta la zona a risollevarsi non posso che essere favorevole. L’ho già detto al sindaco Luciano Lapenna nel corso di un summit che si è tenuto a Palazzo di città. I capannoni abbandonati non portano alcun beneficio. Se c’è chi è disposto a investire e a ridare lavoro senza stravolgere il territorio ben venga», è l'opinione del presidente della Provincia.

«Sono del parere che andrebbe rilanciata l’industria», è l’opinione di Primiano Biscotti, segretario provinciale Cisl. «Destinare l’area al commercio può servire solo se ci sono i soldi. Se manca la materia prima, qualsiasi attività non riesce a decollare», afferma il sindacalista.

L’Assovasto sta lavorando da mesi per mettere a punto una serie di iniziative da avviare nel triennio 2013-2015 per rilanciare l’imprenditoria. L’associazione punta alla preparazione culturale e alla collaborazione con le università. (p.c.)

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