Insegne al buio, ceri vigilantes e divieti Sfila la processione 

Alle 19 prende il via l’appuntamento simbolo della città L’appello di Perrotti: «Non è una festa, siate rispettosi»

CHIETI. Insegne dei negozi spente e ceri davanti alle finestre delle case. È il giorno della processione più antica d’Italia e Chieti si prepara ad accogliere un pubblico di 30mila persone. È una processione blindata, per rispettare le regole sulla sicurezza dettate dal ministero dell’Interno, quella che va in scena a partire dalle 19 con partenza dalla cattedrale di San Giustino: vigilantes e volontari della Protezione civile a presidiare il percorso nel centro storico, ambulanze pronte a intervenire, un posto medico in piazza Vico per le emergenze, niente bottiglie di vetro e lattine e stop alle bancarelle dei venditori ambulanti e ai tavolini dei locali in strada. La processione del Cristo morto alla stregua di un concerto, sospesa tra la sua storia che affascina anche l’America (vedi articolo al centro) e un presente di regole.
L’arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che da circa 4 secoli organizza il corteo, ricorda che la processione «vuol significare atto di pietà e amore verso Cristo crocifisso», così dicono il cappellano monsignor Angelo Vizzarri e il governatore Giampiero Perrotti. L’arciconfraternita affida a un manifesto un appello rivolto a negozianti e residenti: «Il corteo si snoderà lungo le vie della città per ricordare a tutti i cittadini e a quanti tornano da lontano a questo appuntamento di fede, il sacrificio redentivo di Gesù Cristo. Al passaggio del mesto corteo raccogliamoci in preghiera e fermiamoci un istante a esaminarci intimamente per poter gustare la gioia della Resurrezione che segue la Passione di Gesù. I negozianti sono vivamente pregati di spegnere le insegne luminose e i cittadini di illuminare finestre e balconi con ceri e lampade a olio».
La processione è un orgoglio della città e la sua storia parte, secondo la leggenda, dall’anno 842: inizialmente erano tre gli elementi simbolici che apparivano in corteo e cioè uno stendardo in damasco nero, poi rifatto in occasione della partecipazione al Giubileo di Roma del 1650, un Cristo morto su un catafalco e una morte in legno con una falce nella mano e una croce nell’altra. Adesso, il corteo si apre sempre con il gonfalone dell’arciconfraternita seguito dalla sfilata degli incappucciati con le statue del Cristo morto, della Madonna, i 7 simboli della Passione e i 350 cantori e musicisti del Miserere di Selecchy.
Dalle 14 scattano i divieti di sosta con rimozione forzata nelle strade interessate dal passaggio della processione: partenza dalla cattedrale, piazza San Giustino, via Pollione, piazza Valignani, via De Lollis, piazza Matteotti, via Arniense, via dei Crociferi, via Vicoli, via Sant’Agata, via Galiani, via degli Agostiniani, via Toppi, corso Marrucino, piazza Valignani, via dei Domenicani, largo Barbella, via Marco Vezio Marcello, piazza Templi Romani, via Priscilla, via Ravizza, via Zecca, piazza Trento e Trieste, corso Marrucino, piazza Valignani, via Pollione, piazza San Giustino.
La processione è trasmessa in diretta da Mauro Bucci sulla pagina Chieti su Facebook dalle 20: lo scorso anno in 30 mila si sono collegati, anche da Australia, Cina ed Emirati Arabi.