L’acqua distribuita a ore 

Tornano le difficoltà per le case più in alto sul Colle ma anche allo Scalo

CHIETI. Ci risiamo. Sono bastate altre giornate di caldo per riportare lontane anni luce le piogge cadute la scorsa settimana e a far tornare la sete sul Colle. Ogni sera l’acqua viene tolta dall’ora di cena fino all’alba nei palazzi alti della città, soprattutto negli edifici serviti dal serbatoio di via Orsogna, con notevoli disagi per i residenti. A caduta, poi, le ripercussioni si riflettono un po’ dappertutto, anche in via Pescara, allo Scalo, dove di notte i serbatoio devono essere ricaricati e dove spesso l’acqua esce dai rubinetti con il contagocce. Lo stesso succede in via Salomone, per problemi di pressione nelle tubature, e nella zona della Civitella: sono queste le aree sulla sommità del Colle, quelle che in altezza superano la quota del serbatoio e che, per effetto della legge dei vasi comunicanti, non ottengono la quantità di acqua necessaria a soddisfare le esigenze di chi le abita E se i palazzi non hanno l’autoclave, allora sono dolori.
Tra palazzi e autoclavi. «Abbiamo un regolamento comunale», dice Raffaele Di Felice, l’assessore con delega alla programmazione e progettazione di servizi e sottoservizi urbani, «che impone ai nuovi edifici di dotarsi di autoclave, sennò diventa difficile garantire l’acqua. Ma il problema non è del Comune: ora che abbiamo trasferito depuratori, reti idriche e sistema fognario all’Aca, è l’azienda dei servizi idrici che deve cercare di risolvere la questione. Comunque, stranamente succede anche il problema contrario: e cioè che in altre parti della città bisogna intervenire con i riduttori perché l’acqua arriva nelle case in abbondanza».
La riparazione dei guasti. Insomma, altri giorni di calura e la carenza di acqua accentuano quello che è un disagio destinato a non sparirepiù. «L’Aca ha un progetto per riparare i guasti che continuano a esserci lungo la rete idrica», aggiunge l’assessore Di Felice, «a cominciare da un tratto nella zona di Madonna delle Piane, un problema che accentua quelle che sono le criticità in alcuni punti del rione. Comunque dopo il passaggio delle reti all’Aca, il servizio è migliorato molto: ogni volta che segnaliamo un problema, intervengono. Non trascuriamo che abbiamo ceduto all’Aca 450 chilometri di reti acquedottistiche e i depuratori e consegnato le tavole grafiche sul sistema fognario della città».
Codacons sul piede di guerra. Le reazioni dei residenti non si sono fatte attendere. Vittorio Ruggieri, avvocato e presidente dell’associazione dei consumatori Codacons Chieti, sostiene che «bisogna accertare con un monitoraggio completo e attento la situazione delle perdite delle reti interne, visto che non possiamo continuare a pagare anche il prezzo degli sprechi mentre i cittadini hanno i rubinetti a secco. Si tratta inoltre di capire se dai fondi Fas si possono attingere risorse per migliorare l’adduzione e la distribuzione dell’acqua e dunque predisporre un piano d’intervento di immediata attuazione».
Apre l’uffficio Aca. Ora che le reti idriche sono finite in mano all’Aca, il Comune sta lavorando per aprire una sede della società degli acquedotti in città. «Sono al vaglio due proposte sui locali che saranno formalizzate a giorni», riprende l’assessore Di Felice, «in modo da rispondere alle esigenze degli utenti, L’ultima lettura e fatturazione delle bollette, dal 1° gennaio al 30 giugno scorso, le farà la società Teateservizi, ma dalla prossima ci penserà l’Aca alla quale abbiamo ceduto le reti. Per ottobre e novembre dovrebbe essere già loro la competenza a inviare le bollette. Sul recupero delle somme non pagate, invece, Teateservizi andrà avanti per la sua strada. Grazie al lavoro della giunta questa società sta intervenendo sulle morosità, che si aggirano sul 20% dell’utenza, perché bisogna entrare nel concetto che se tutti pagano, pagano tutti di meno».
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