La sede dell'ateneo telematico da Vinci a Torreveccchia Teatina

CHIETI

L’inchiesta Unidav si allarga: dieci indagati 

La procura ipotizza il reato di turbativa d’asta per l’assegnazione del pacchetto di maggioranza all’università slovacca Sevs

CHIETI. Si allarga l’inchiesta aperta sull’Unidav, l’ateneo telematico Leonardo da Vinci con sede a Torrevecchia Teatina: adesso, potrebbero essere addirittura 10 gli indagati lungo due filoni di inchiesta, il primo per una presunta appropriazione indebita da un milione di euro e il secondo per turbativa d’asta. Due sarebbero gli indagati per quei soldi spariti che, secondo le denunce presentate, sarebbero stati usati per pagare i lavori di ristrutturazione di una villa, riscattare un immobile per salvarlo da un’asta giudiziaria e saldare debiti privati. Gli altri 8 sarebbero finiti sul registro degli indagati per il contratto di partenariato stipulato tra la Fondazione d’Annunzio, l’ente che ha creato l’ateneo telematico per conto dell’università d’Annunzio, e la Sevs, l’università slovacca che con un’operazione finanziaria da 2,5 milioni di euro si è aggiudicata la maggioranza delle quote Unidav.
BANDO SOTTO ACCUSA. Al centro di questa seconda tornata di accertamenti c’è il bando di gara risalente al 6 novembre 2015 per l’acquisizione delle quote: un bando contestato seguendo una catena di ricorsi dal Tar fino al Consiglio di Stato e alla Corte di Cassazione. I decreti di sequestro, esibiti durante le perquisizioni nella sede della Fondazione d’Annunzio, sono coperti dagli omissis per tutelare la riservatezza dell’indagine ma dagli atti emerge che gli investigatori sono impegnati a mettere insieme «tutta la documentazione precedente, concomitante e successiva» al bando di tre anni fa vinto dalla Sevs «al fine di ricostruire le vicende inerenti al contratto di partenariato stesso e individuare i soggetti che hanno interloquito in relazione al medesimo». Per questo, i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria e i carabinieri del reparto operativo hanno sequestrato documenti cartacei e anche i computer della Fondazione d’Annunzio: sotto sequestro è finito anche il computer del direttore generale che ha curato la gara.
MAGGIORANZA CONTESTATA. L’assegnazione del pacchetto di quote dell’Unidav alla Sevs – acronimo che sta per Stredo europska visoka skola v skalici – è contestata a partire dal 2016 con il primo ricorso presentato al Tar di Pescara dall’università telematica Pegaso: al centro del contenzioso c’è proprio la cessione della maggioranza alla Sevs. Secondo la Pegaso, la maggioranza sarebbe dovuta restare in mano alla d’Annunzio visto che lo statuto Unidav parla di «integrazione» con il privato. E, secondo una sentenza del Tar, la parola integrazione «non può essere intesa nel senso di consentire l’affidamento della maggioranza del cda a un soggetto privato»: per il Tar, «il termine integrazione evidentemente evoca un aumento, un’aggiunta, non certo uno stravolgimento, come si avrebbe con la nomina di 9 membri rimessa a un soggetto privato, che renderebbe del tutto marginale la previsione, contenuta nel medesimo statuto, degli 8 membri di diritto di nomina della Fondazione, dell’università d’Annunzio e del Miur». A distanza di due anni, quell’assegnazione resta ancora al centro delle polemiche. Ma stavolta c’è la procura a indagare e ipotizza una turbativa d’asta.
L’ALTRO SCONTRO. All’inchiesta penale, si innesta anche una causa civile sulla proprietà della Sevs che, il prossimo 12 settembre, arriverà in aula nel tribunale di Chieti. Della titolarità della Sevs hanno parlato anche la fondatrice Heidy Schwarczova e il docente Alessandro Arioli: i due, da testimoni (quindi non indagati), sono stati ascoltati il 26 luglio scorso in procura dal pm Giancarlo Ciani.

La sede dell'ateneo telematico da Vinci a Torreveccchia Teatina

I due hanno raccontato che alcuni sedicenti, e in realtà mai nominati, rappresentanti dell’ateneo slovacco avrebbero ricoperto incarichi nell’Unidav e svolto operazioni sospette, finite poi al centro dell’indagine. La Sevs ha inoltre dichiarato che, da fine 2015 in poi, la rappresentanza in qualsiasi atto è stata affidata solo al proprio rettore, Josef Mindas.