L’ultimatum del prefetto: sì al bilancio o commissario 

Barbato non ammette rinvii: entro il 19 luglio l’approvazione del consuntivo Il sindaco assicura che la giunta ce la farà. Ma in consiglio ci sarà la resa dei conti

CHIETI. Nove giorni di tempo, neanche uno di più. Dopo il ritiro delle dimissioni all’ultimo minuto, il sindaco Umberto Di Primio si trova davanti la prima scadenza: entro il prossimo 19 luglio la giunta dovrà approvare il bilancio consuntivo. E il termine, stavolta, non si può mettere in discussione. Senza il via libera al piano dei conti del Comune, già dal successivo 20 luglio, arriverebbe un commissario. A dare l’ultimatum al sindaco e agli assessori è il prefetto Giacomo Barbato in una lettera lunga 4 pagine che non ammette rinvii e ripercorre tre mesi di solleciti già inviati al Comune. «Qualora entro il 19 luglio non pervenga l’assicurazione dell’avvenuta approvazione dello schema di rendiconto da parte della giunta», recita la lettera del prefetto, «in data 20 luglio, si procederà senza ulteriore preavviso alla prevista nomina del commissario ad acta». Barbato non fa sconti a nessuno: le regole, così si legge tra le righe della lettera, non possono sottostare alle liti tra i politici.
SÌ DEGLI ASSESSORI. E adesso ce la farà il sindaco appena rientrato in carica a blindare il bilancio? In uno scambio di corrispondenze, il 4 luglio scorso – quindi ancora prima di revocare le dimissioni – Di Primio ha assicurato al prefetto che la giunta è pronta a dire sì al bilancio. Del resto, non è la giunta il problema del sindaco: tutti gli assessori sono schierati con Di Primio, anche Mario Colantonio ed Emilia De Matteo di Forza Italia e Antonio Viola dell’Udc, i partiti in contrasto con il sindaco. Il voto favorevole al bilancio da parte degli assessori appare scontato: insieme a Colantonio, De Matteo e Viola, anche Carla Di Biase, Maria Rita Salute, Valentina Luise, Alessandro Bevilacqua e il vicesindaco Giuseppe Giampietro hanno assicurato appoggio incondizionato.
SENZA MAGGIORANZA. La resa dei conti, che potrebbe provocare la caduta dell’amministrazione, arriverà in consiglio comunale. È qui che il sindaco non ha più la maggioranza visto che dalla sua parte ci sono appena 10 consiglieri fedelissimi: Stefania Donatelli e Nicola Rapposelli di Fdi, Marco Di Paolo e Graziano Marino della Lega, Nicoletta Di Biase (Identità Teatina), Franco Di Pasquale (Noi Domani), Clara Ricciardi e Marco Russo dell’Udc e Diego Costantini del gruppo misto. Di fronte agli uomini e alle donne di Di Primio, ci sono gli 8 ribelli – Marco D’Ingiullo, Maura Micomonaco, Emiliano Vitale, Maurizio Costa ed Elisabetta Fusilli di Forza Italia, Mario De Lio e Roberto Melideo dell’Udc e il presidente del consiglio Liberato Aceto – e i 14 dell’opposizione. Se la giunta approvasse il bilancio entro la scadenza tassativa indicata dal prefetto, lo stesso prefetto poi assegnerà «un termine non superiore a 20 giorni» per il voto decisivo in consiglio: la seduta dovrebbe svolgersi, quindi, entro il 7 agosto. Un altro scontro nel periodo delle vacanze: nel consiglio del 2 luglio scorso, le assenze hanno salvato Di Primio che, per un voto, ha portato a casa il bilancio di previsione.
RICHIAMO TRIPLO. La lettera del prefetto è stata inviata ai consiglieri del Pd Chiara Zappalorto e Alessio Di Iorio e a Luigi Febo (Chieti per Chieti), i tre che hanno invocato un intervento di Barbato. Ma, nella lettera, il prefetto elenca le diffide inviate al Comune a partire dal 2 aprile scorso per ricordare i termini: «Emerge», dice Barbato, «come la costante e puntuale attività sollecitatoria, anche per le vie brevi, rivolta al Comune di Chieti per la deliberazione dei documenti di bilancio, tesa soprattutto a scongiurare situazioni di inerzia, sia stata svolta da questa prefettura sin dalla scadenza del termine del 31 marzo, come peraltro avvenuto nei confronti di tutti i restanti 103 Comuni della provincia». Una presa di posizione che ha i toni di un richiamo triplo nei confronti dei consiglieri d’opposizione.
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