VAL DI SANGRO

La Honeywell verso la chiusura, lavoratori in sciopero 

La multinazionale con sede ad Atessa preferisce continuare puntando sulla Francia. A rischio 420 posti di lavoro: oggi e domani niente lavoro

ATESSA. Rischia la chiusura nel 2018 la Honeywell Transportation System di Atessa. La notizia ha immediatamente scatenato la rabbia e la delusione dei sindacati Fim, Fiom e Uilm che, tramite i loro rappresentanti di fabbrica, hanno indetto due giornate di sciopero, oggi e domani, che si prevedono essere “soltanto l’antipasto” di una durissima lotta sindacale come non si era mai verificato nella storia della fabbrica dei turbocompressori. Secondo le sigle sindacali il destino dello stabilimento di Atessa che dà lavoro a 420 dipendenti, è subordinato a quello del sito francese della multinazionale.
«Quattro francesini», si legge nel comunicato che indice lo sciopero, «decidono di chiudere Atessa per favorire il sito di Thaon Les Vosges. La filosofia è chiara: azzeriamo la concorrenza per salvare la fabbrica francese». E la rabbia è montata subito, ad ogni latitudine sindacale della fabbrica della Val di Sangro. «Da questo istante», prosegue la nota, «assumiamo il controllo della fabbrica. Questo stabilimento non è più di chi ha intascato e intasca il frutto del nostro sudore. La fabbrica di Atessa è nostra, è di chi in questi anni ha prodotto una ricchezza enorme, smisurata, che ha gonfiato le tasche dell’azionista e dei dirigenti che nel momento più delicato hanno deciso di abbandonare la nave. Chiediamo a tutti di incrociare le braccia, questa realtà industriale va difesa ad ogni costo».
I sindacati chiedono «l’arresto immediato delle operazioni di duplicazione delle produzioni della Honeywell di Atessa, l’elaborazione di un piano industriale di rilancio del sito abruzzese e l’impegno a non riconoscere più ogni forma di esubero occupazionale». Il motto, da spedire direttamente ai francesi, è per Fim, Fiom e Uilm, “lottare oggi per costruire il domani”.
La Honeywell è sempre stata una delle eccellenze del panorama automotive della Val di Sangro. È passata attraverso gli anni della crisi vedendo però ridurre la produzione da cifre da 6 a 5 zeri. Dal 2015 l’azienda, di concerto con i sindacati, ha deciso di utilizzare gli ammortizzatori sociali per tenere sotto controllo la pesante flessibilità dei volumi. Ma il 2017 doveva essere l’anno del riscatto. Solo lo scorso gennaio erano arrivate ottime notizie sugli investimenti, anche se l’azienda aveva dichiarato e confermato 40 esuberi sui 420 dipendenti. Ma la strada sembrava tracciata su un futuro più prospero grazie all’investimento di 4.500.000 euro da impiegare in nuove macchine e tecnologie. Oltre agli importanti ordinativi Ford (cliente che assicura circa la metà delle produzioni con Ford Panther), sono arrivati anche Psa (Peugeot-Citroen), Fca (Fiat-Chrysler) e Iveco assieme a Vm Nafta e Vm marine.
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