Ladri nella casa del presidente del Citra 

Di Campli: «Al risveglio al mattino le stanze del piano terra trovate a soqquadro». Rubati soldi, telefonini e Playstation

SAN VITO CHIETINO. I ladri entrano in casa mentre la famiglia dorme. È accaduto di nuovo. Questa volta l’abitazione “ripulita” è quella di Valentino Di Campli, presidente del consorzio di produttori vitivinicoli Codice Citra e del Consorzio tutela vini d'Abruzzo. «Siamo scossi, ma anche sollevati, se così si può dire, che non ci sia accaduto nulla, visti i recenti fatti di cronaca». Queste le parole di Di Campli, commercialista, ex assessore al bilancio della prima giunta comunale di Lanciano col sindaco Mario Pupillo, che martedì notte ha subito un furto in casa. Lui e la sua famiglia erano al piano superiore a dormire mentre i ladri hanno ripulito il piano terra dell’abitazione in contrada Bianchi, alle porte del paese.
«I ladri sono entrati da una porta-finestra al pianoterra», racconta il presidente di Citra, «in modo professionale, senza il minimo rumore, tanto che né io, né mia moglie e i miei figli ci siamo accorti di nulla. Nessuno di noi si è svegliato o alzato. Abbiamo trovato l’amara sorpresa al mattino, quando siamo scesi a fare colazione. E a questo punto mi viene da dire che “per fortuna” nessuno di noi si è svegliato».
Il pensiero del presidente va a ciò che sarebbe potuto accadere se lui o i suoi famigliari si fossero trovati faccia a faccia con i ladri: e se questi avessero avuto una reazione violenta? Di Campli, ancora scosso, ha pensato anche a cosa sarebbe potuto accadere se i ladri fossero salitati al piano superiore. La mente, infatti, va alla recente cruenta rapina subita dai coniugi Martelli a Lanciano. I ladri, invece si sono “fermati” a rovistare nel piano terra, hanno aperto i cassetti di cucina e soggiorno, frugato negli armadi. «Hanno poi preso un mio zaino», riprende Di Campli, «mettendoci dentro la Playstation di mio figlio, il mio impermeabile e 4 telefoni, di cui tre vecchi e non più utilizzati. Hanno preso anche il mio portafoglio, lo hanno svuotato, c’erano dei contanti e lo hanno lasciato appoggiato sul divano. Non hanno buttato nulla a terra, suppongo per non fare rumore. Certo è un’esperienza bruttissima di cui ti rendi conto solo dopo; tu sei in casa con la tua famiglia a dormire e dei ladri entrano indisturbati».
Dei 4 telefoni presi uno era quello che il presidente utilizza quotidianamente. «Sono riuscito a recuperarlo», chiude Di Campli, «c’erano la password e la geolocalizzazione inserite, e quindi, non riuscendo ad entrarvi e temendo di essere scoperti i malviventi lo hanno abbandonato. Grazie alla geolocalizzazione sono riuscito ad individuare il telefono, buttato nell’area artigianale a circa un chilometro da casa. Alla fine non mi è rimasto altro che chiamare i carabinieri». (t.d.r.)
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