Lanciano, femore rotto alla figlioletta appena nata: condannato

La frattura durante una lite con la convivente presa a schiaffi e morsi: padre 34enne patteggia 20 mesi per violenza (pena sospesa)

LANCIANO. Dopo uno scatto d’ira aveva strattonato la figlia neonata rompendole il femore sinistro. Per mesi maltrattò la convivente, presa a schiaffi e morsi anche quando era incinta. Ha patteggiato un anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa, A.D.N. (le iniziali sono per tutelare le vittime), 34enne di Lanciano, accusato di maltrattamenti e lesioni verso la ex convivente e la figlia. È una storia di violenza tra le mura domestiche, di incapacità di gestire le relazioni affettive, quella approdata ieri dinanzi al gip Marina Valente. Di fronte al magistrato e al procuratore Mirvana Di Serio questo padre violento, difeso dall’avvocato Alessandro Marrone, ha detto di aver capito gli errori fatti e ha spiegato che non aveva intenzione di fare del male alla figlioletta, che all’epoca dei fatti aveva solo un mese, e alla sua ex compagna, oggi 29enne. Le due non si sono costituite parte civile nel processo perché nel frattempo sono state risarcite dall’uomo.
I fatti risalgono al 15 gennaio 2015 quando A.D.N., al culmine di una lite con la ex convivente, in preda a uno scatto d’ira prese la bambina di un mese che la donna aveva in braccio e, dopo averle dato uno schiaffo, la strattonò tanto da spezzarle il femore. Un rumore sordo di cui si era reso conto, ma di cui non aveva parlato per timore che la compagna prendesse bimbi e valige per andare via. Così era iniziato il calvario della piccola che per giorni pianse disperata per il dolore. L’uomo, in preda al panico, aveva portato due volte la neonata al Pronto soccorso. Poi dal pediatra che, visitandola, si era accorto di un gonfiore anomalo della coscia sinistra. La radiografia fatta al Renzetti aveva evidenziato che si trattava di una frattura scomposta del femore sinistro. Erano stati i medici a informare il commissariato dell’ecchimosi che la piccola aveva sulla guancia sinistra e soprattutto dell’anomala frattura, che era stata giudicata guaribile in un periodo superiore ai 40 giorni, non escludendo postumi invalidanti. I poliziotti, indagando, avevano poi scoperto anche le violenze e le vessazioni subite dalla compagna del 34enne, dal marzo 2014 fino al 18 gennaio 2015 quando questa era andata via con i due figli. La donna aveva subito pizzicotti, manate in faccia e morsi, sulla schiena e sulla pancia, anche mentre era incinta e anche alla presenza in casa del bimbo che aveva solo 2 anni. Da qui le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni mosse nel processo chiuso col patteggiamento della pena.
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