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Lanciano, la Procura: "Condannate Franco Maio e i figli"

La richiesta del pm nel processo sulle evasioni fiscali e le sponsorizzazioni con cui avrebbe raggirato il parente socio

LANCIANO. Le richieste di condanna della Procura nei confronti di Francesco, Valentina e Guglielmo Maio, nonché del team manager Virtus, Cicci Diomede, rendono ancora più incandescente un inizio d’anno già di fuoco per la famiglia che guida la squadra di calcio cittadina. Questa volta si tratta di guai giudiziari, relativi al processo che va avanti da 4 anni e che vede protagonisti i fratelli Giovanni e Francesco Maio. Un processo in cui si intrecciano affetti e affari, si mischiano cessioni di quote mirate ad estromettere un componente della famiglia in favore di un altro, ci sono presunte evasioni fiscali e sponsorizzazioni poco chiare fatte alla Virtus Lanciano e a una squadra di pallavolo di Altamura. Tutto si chiuderà lunedì prossimo, 18 gennaio, quando il collegio formato dai giudici Cleonice Cordisco (presidente), Marina Valente e Vincenzo Chielli, si pronuncerà per la condanna o meno.

LE RICHIESTE DEL PM. Ieri sono state ascoltate le richieste di condanna formulate dal pm Anna Benigni: 2 anni e 4 mesi per Francesco Maio, un anno e sei mesi a testa per Valentina e Guglielmo, 8 mesi per Diomede e Vincenzo Fiore, di Altamura. Sono stati prosciolti, perché i reati loro imputati sono prescritti, Francesco Laterza e Francesca Maio. L’avvocato di parte civile, che rappresenta la famiglia di Giovanni Maio, Emanuele Calista, oltre a ribadire le richieste di condanna della Procura sottolineando il disegno truffaldino di Franco Maio, volto a estromettere il fratello dalle società di famiglia (motivo per cui sarebbe sul lastrico), ha chiesto un risarcimento danni patrimoniali e morali di 10 milioni di euro, con un provvisionale di 500mila euro.

LE ACCUSE. Al patron della Virtus e ai figli è contestata la presunta evasione fiscale, ossia il mancato pagamento Ires (imposta sul reddito delle società) nel 2006 e 2007 per circa un milione, della società del gruppo, la Henkot GmbH, partecipata di Guglielmo e Valentina. Franco Maio risponde, con Fiore e Diomede, presidente e consiglieri della Bleu, delle delibere di cessione, risalenti al settembre 2008, delle quote della società, che gestisce la discarica di Minervino Murge, alla Santacroce spa, che di fatto avrebbero estromesso Giovanni dalla società. Fu questi, nel 2009, a denunciare come fraudolenta la sua estromissione, dando la stura alle indagini condotte anche dalla guardia di finanza. Franco Maio risponde anche della distrazione di fondi dalla Bleu per le sponsorizzazioni 2008 e 2009 per 5.100.000 euro alla Virtus Lanciano e di una fattura da 40mila euro, che sarebbe falsa, relativa alla sponsorizzazione della Jogging Volley di Altamura, dedotta invece dal reddito del 2008 della Bleu. Non si procede, perché prescritti, per i reati di evasione d’imposte di un’altra società tedesca e distrazione di mezzi finanziari. I legali dei proprietari della Virtus hanno sottolineato più volte la non procedibilità delle accuse, visto che la querela di Giovanni è stata tardiva, che non c’è stata alcuna estromissione fraudolenta, che il processo, al massimo, poteva essere civile. Hanno chiesto assoluzioni piene. Lunedì la sentenza.

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