Lanciano, tre condanne per la droga nei rave party

Pene fino a 34 mesi con il rito abbreviato. Ma alla sbarra erano finiti in 24: altri tre rinviati a processo e il resto assolti

LANCIANO. Tre rinvii a processo, tre condanne con il rito abbreviato e diciotto tra assolti e prosciolti. Erano in 24 alla sbarra con l’accusa di spaccio nell’ambito dell’operazione antidroga “Mandarino”, condotta dai carabinieri di Atessa quattro anni fa. Alla fine del 2013 furono sei gli arresti, di cui quattro ai domiciliari, una ventina le denunce a piede libero e un centinaio gli assuntori di sostanze stupefacenti segnalati alla prefettura. L’udienza per tutti si è svolta, ieri mattina, davanti al gup Marina Valente.

Hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a processo, il prossimo 3 ottobre, Walter Alexis Baez, 30 anni, di Santo Domingo ma residente a Lanciano (difeso dall’avvocato Francesco Valentini), considerato uno dei vertici dell’organizzazione; Tania Panzella, 31 anni, di Altino (avvocato Francesco Teodori) e Fernando Diego Tarone, 34 anni, colombiano (avvocato Valentini). Tre le condanne con il rito abbreviato: Gianluca D’Orazio, 27 anni, di Perano (rappresentato dagli avvocati Antonella Marchetti e Lorenzo Migliozzi) e Daniele Bassi, 30 anni, di Perano (avvocato Tito Antonini) a 2 anni e 10 mesi e 14mila euro di multa; per Matteo Labate, 23 anni, di Archi (avvocato Nobile Ranieri), è stata riconosciuta la continuazione con una sentenza già definita: per lui due mesi e 300 euro di multa.

Sono stati assolti con formula piena, invece, Gionni Colarelli, 31 anni, di Lanciano (rappresentato dall’avvocato Gaetano Pedullà), Enea Delimurati, 23 anni, albanese (avvocato Ugo D’Ippolito) e Davide Della Noce, 30 anni (avvocato Mauro Razzotti). Il gup Valente ha, infine, pronunciato sentenza di non luogo a procedere per gli altri 15 imputati, quindi prosciolti: Luca Finoli, Marta Lalli, Antonio Lanci, Pino Taraborrelli, Katia D’Onofrio, Daniele Gianfelice, Giuseppe Nardella, Florin Bogdan Marin, Annalisa Pellicciotta, Paolo Rui, Damiano Mancini, Niku Mangeni, Shuming Hu, Alfredo Di Lisio D’Aviero e Rachele Montorro.

Nel 2013 i carabinieri di Atessa misero fine a una collaudata rete di spaccio di stupefacenti. La droga, di cui si approvvigionavano nel Pescarese, veniva rivenduta in piccoli centri urbani della Val di Sangro, dove era facile tenere sotto controllo la presenza delle forze dell’ordine, presso ritrovi abituali oppure organizzando rave party pubblicizzati sui social network o via sms.

Lo spaccio riguardava sia sostanze di tipo tradizionale, come hashish, marijuana, cocaina ed eroina, sia di nuova generazione come quelle sintetiche. Secondo le accuse l’organizzazione riusciva a piazzare in media, al mese, 600-800 grammi di droga, per un guadagno complessivo di 30mila euro. L’operazione, denominata “Mandarino” dalla caratteristica degli occhi a mandorla di uno dei principali imputati (D’Orazio), si basa soprattutto sulle intercettazioni telefoniche: in tutto furono 56mila. I vertici dell’organizzazione avrebbe utilizzato, infatti, oltre 25 apparati telefonici con relative schede sim al fine di eludere le indagini. Le comunicazioni servivano per segnalare l’eventuale presenza di forze dell’ordine vicino ai luoghi di consegna della droga. ©RIPRODUZIONE RISERVATA