pedopornografia

Lanciano, video e foto di bimbi nudi nel computer: a processo

Ha inviato dal suo pc 168 immagini e tre video di minori fra 5 e 12 anni: scoperto e bloccato dalla polizia postale

LANCIANO. Avrebbe condiviso con altri utenti video e immagini di minori tra i 5 e i 12 anni oggetto di pornografia. In casa aveva video e centinaia di foto di bimbi abusati. È a processo per condivisione e detenzione di materiale pedopornografico N.C., di Santa Maria Imbaro. Il processo doveva aprirsi ieri davanti al collegio (presidente Andrea Belli, a latere Cristina Di Stefano e Stefania Cantelmi), ma per un difetto di notifica all’imputato è slittato al prossimo 28 settembre. Presenti in aula il pubblico ministero Roberta D’Avolio dell’Aquila, perché di questo tipo di reato si occupa la Direzione distrettuale antimafia, e l’avvocato d’ufficio dell’uomo, Guglielmo Santella del foro aquilano, che ha ricevuto l’incarico dopo che il legale di fiducia, Giuseppe Catinari di Lanciano, ha rinunciato alla difesa.

Vicenda triste e raccapricciante quella approdata in tribunale: per anni N.C. ha condiviso materiale pedopornografico che deteneva in casa, file video e immagini di bambini oggetto di atti sessuali o in pose oscene che nessun bimbo dovrebbe mai subire. Video e foto che l’uomo guardava di notte, nel buio della sua abitazione. La polizia postale di Pescara, analizzando file e indirizzi di posta, è riuscita a scovare e, soprattutto, a bloccare l’uomo. In base alle indagini, N.C. aveva divulgato e posto in condivisione attraverso internet e la posta elettronica, tre mail contenti file immagine di contenuto pedopornografico con un altro utente identificato. Mail condivise dopo l’1,30 di notte dal pc fisso di casa sua.

I fatti risalgono al novembre 2012. Ma N.C. risponde anche di detenzione di materiale pornografico realizzato usando minori, archiviato nei supporti informatici che aveva in casa, in particolare notebook e chiavette. File che usava da solo, senza condividerli: tre video e 168 immagini archiviati in un pc e altri due video che ritraevano immagini pornografiche di bambini di 5 e 12 anni in una chiavetta. Reati aggravati dal fatto di «detenere un ingente quantitativo di materiale pedopornografico». A processo l’uomo cercherà di chiarire la sua posizione.

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