Mezzo chilo di coca, 4 arresti

Manette scattate ai grandi alberghi a Montesilvano

CHIETI. Dopo un servizio di osservazione e pedinamento sono finiti in carcere per detenzione e spaccio di mezzo chilo di cocaina due dominicani e due italiani. Gli arresti sono stati compiuti nella tarda serata di mercoledì a Montesilvano.
In manette sono finiti Luigi Abbruzzese Di Fulvio, 46 anni, il nipote Flavio Baccelli, 26, entrambi originari di Pescara ma residenti a Montesilvano e due cittadini dominicani Walter Alexis Baez, 24, residente a Lanciano e Hanly Marte de Los Santos, 29 anni, residente a Cepagatti. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia dello scalo, coordinati dal tenente Ennio Maglie, hanno pedinato Baez, poi risultato essere l’uomo di punta della organizzazione, e Baccelli.

I due, raggiunti in seguito da Marte e Di Fulvio, questi è lo zio di Bacelli, sono arrivati con la macchina in un deposito di camion, trattori e rimorchi, che si trova in via Giuseppe Verrotti a Montesilvano. I militari hanno notato uno strano movimento intorno al un rimorchio. I quattro uscivano e entravano dal deposito continuamente fino a quando hanno deciso di andarsensene, tre sono saliti su un’auto e Di Fulvio su un’altra. Arrivati nella zona dei grandi alberghi, sotto casa di Di Fulvio, i carabinieri decidono di procedere a una perquisizione personale che però ha dato esito negativo. Ma i militari, convinti che oltre il fumo ci fosse anche dell’arrosto, hanno fatto un sopralluogo nella casa di Di Fulvio. Dopo una attenta perquisizione, un carabiniere ha trovato un etto di cocaina, nascosto nel piano doccia.

Un panetto custodito in un involucro di plastica, parte di una busta strappata. Secondo i militari in quell’incontro a casa di Di Fulvio i quattro avrebbero dovuto dividersi la roba. Intanto alcuni militari sono tornati in via Verrotti dove c’era il deposito dei camion e nel rimorchio hanno trovato un’altra busta, che conteneva circa 350 di cocaina. Il sacchetto con l’intestazione Happy casa era mancante di un pezzo, quella parte di cellophane che conteneva l’etto di droga trovata a casa di Di Fulvio. La connessione era evidente.

E i carabinieri hanno così deciso di procedere agli arresti. Nella ricostruzione della vicenda secondo i carabinieri della compagnia, diretti dal capitano Aldo Manzo, l’elemento di spicco era il dominicano Baez, mentre l’altro connazionale era un avventizio. I due italiani, strano a dirsi, invece rappresentavano la manovalanza, definiti «capi-deposito». L’unico dei quattro che ha importanti precedenti penali e Baez, gli altri sono tutti incensurati se si esclude Di Fulvio con alcuni precedenti lontani nel tempo e non relativi alla droga.

La cocaina sequestrata, che avrebbe potuto fruttare circa 70 mila euro, è risultata di essere di buona qualità, ancora da tagliare. Probabilmente il passaggio nella casa di Di Fulvio è da considerarsi il secondo se non il primo. Il filone dominicano dello spaccio di droga si aggiunge a quello italiano e albanese ed è ritenuto dagli investigatori uno dei più organizzati anche perché la droga trattata è di qualità. Anche questa era destinata al mercato metropolitano di Chieti-Pescara.
I quattro, dopo le verifiche di rito nella caserma di Chieti scalo, sono stati rinchiusi nel carcere di San Donato a Pescara. A dirigere le indagini la procura del capoluogo adriatico.