SAN GIOVANNI TEATINO

Multe selvagge, il sindaco ricorre: "Quel semaforo non è fuorilegge"

Dopo la sentenza del giudice di pace che annulla la sanzione, il Comune annuncia ricorsi: "L'impianto in via Po funziona regolarmente"

CHIETI. Uffici comunali di San Giovanni Teatino presi d’assalto dai multati dei semafori con fototrappola dopo l’articolo di ieri sulla prima sentenza del giudice di pace di Chieti che accoglie il ricorso di un’automobilista. «Abbiamo ricevuto centinaia di chiamate con gente che addirittura chiedeva di riavere indietro i soldi della contravvenzione», dice il comandante della Polizia municipale di San Giovanni Teatino Lorenzo Di Pompo. Che però si affretta anche ad annunciare che «ricorreremo subito in appello e se è necessario anche in Cassazione contro questa sentenza, perché siamo sicuri del nostro operato. Siamo sicuri, cioè, che il funzionamento del semaforo su via Po, di cui parla la sentenza, è assolutamente regolare. Anche per quanto riguarda la durata della luce gialla, che secondo il giudice sarebbe invece troppo corta».

Il giudice di pace Clementina Settevendemie aveva accolto il ricorso fondando la motivazione proprio sul tempo del giallo. «La durata del giallo è inadeguata al raggiungimento dell’obiettivo di salvaguardia della sicurezza della strada interessata», ha scritto infatti la Settevendemie nella sentenza. E dunque, se la durata della luce gialla è troppo breve, la multa per essere passati con il rosso può essere annullata. I tempi del giallo, considera ancora il giudice, «non possono essere scelti arbitrariamente. Particolarmente importante per la loro definizione è la valutazione del tipo di veicoli circolanti sull’incrocio: con la presenza del traffico pesante non si può scendere sotto ai 4 secondi. Nel caso di specie è fatto notorio che non si tratti di un centro abitato, ma di zona industriale dove transitano frequentemente mezzi pesanti».

Quest’ultima affermazione ha suscitato le rimostranze del comandante della Polizia locale e anche del sindaco Luciano Marinucci. Entrambi citano la delibera di giunta comunale del 2007 che attesta che, al contrario di quanto scrive il giudice nella sua sentenza, la zona dove ricade il semaforo con la fototrappola non è zona extraurbana, ma centro abitato, dove i tempi del semaforo sarebbero dunque consoni. «Il punto del contendere è tutto qui», continua Di Pompo, «anche perché abbiamo sentenze del giudice di pace che bocciano i ricorsi per quanto riguarda l’altro semaforo con le telecamere che si trova tra l’Auchan e l’aeroporto: in quel caso, infatti, la zona viene riconosciuta come urbana. Nel caso di via Po, invece, no. Nonostante la delibera comunale».

I due semafori sono stati dotati delle odiate fototrappole ad agosto scorso. In due mesi ci sono state mille multe e una marea di polemiche. «Ma negli ultimi mesi le multe sono diminuite del 90%», sottolinea Di Pompo, e soprattutto, aggiunge Marinucci, «non ci sono stati più incidenti stradali. E dunque, alla luce di questi dati, per noi il risultato è stato più che raggiunto. Il Comune aveva un obiettivo sicurezza che alla fine è stato centrato». (a.i.)