Nozze da annullare, più richieste

Tribunale ecclesiastico, il presidente Vizzarri: solo il 2% si rivolge a noi

CHIETI. Sono aumentate le richieste di annullamento del matrimonio nel 2010 inoltrate al tribunale ecclesiastico abruzzese e molisano. E' quanto emerge dai dati statistici durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011 che si è celebrato ieri all'auditorium le Crocelle.

La conferenza, preceduta da una messa celebrata nella cripta di San Giustino, è stata aperta dall'arcivescovo Bruno Forte. Ospite d'onore monsignor Jaun Ignacio Arrieta Ochoa De Chincetru, segretario del pontificio consiglio per i testi legislativi al quale è stata affidata la prolusione dal titolo: «Amministrazione della giustizia e comunione tra i tribunali della chiesa». La relazione è stata tenuta da monsignor Angelo Vizzarri presidente del tribunale ecclesiastico che ha sede a Chieti competente per le cause di annullamento dei matrimoni per le regioni Abruzzo e Molise. Mancavano i vescovi delle varie diocesi, monsignor Tommaso Valentinetti, neo presidente della regione ecclesiastica ha mandato un messaggio. Il tribunale ecclesiastico di Chieti è il tribunale di prima istanza (primo grado) mentre quello di seconda ha sede a Benevento. La Sacra Rota rappresenta il giudice ultimo, una sorta di Cassazione anche se le procedure canoniche sono differenti da quelle laiche.

«Solo il 2 per cento di coloro che vogliono sciogliere il matrimonio fa ricorso al tribunale ecclesiastico» ha detto monsignor Vizzarri, nonostante il 2010 segni un anno particolarmente favorevole con 125 cause proposte. Cento sono stati i matrimoni annullati, 9 quelli non affermativi, detti «pro vinculo» ovvero per i quali non si sono stati presupposti validi a dichiarare la nullità del matrimonio. Dai dati statistici risulta che le diocesi che maggiormente hanno fatto ricorso al giudizio del tribunale ecclesiastico, dal 2008 al 2010, sono state quelle di Chieti-Vasto e Pescara-Penne, la prima con 99 cause e la seconda con 87 richieste di nullità, 52 sono quelle pervenute dalla dicocesi di Teramo-Atri. Fanalino di coda Termoli-Larino con 2 sole cause. Nel solo 2010 è sempre la diocesi di Chieti, del resto la più vasta, che guida la classifica.

Nello stesso anno i motivi prevalenti per i quali i coniugi, o ciascuno di essi, ha chiesto l'annullamento sono stati: la esclusione della indissolubilità, ovvero «ci sposiamo ma non è detto che resteremo insieme» (37%); difetto di discrezione del giudizio, ovvero uno dei coniugi non capisce per deficienza psichica o per esempio perché è tossicodipendente quale passo va a compiere (28%); motivo in genere connesso con la incapacità di assumersi gli oneri familiari (il 17%). Il 14 per cento dei matrimoni è stato annullato per esclusione della prole, «ci sposiamo, o ti sposo, ma non voglio figli» e il 3 per cento per timore.

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