Omicidio a Chieti Scalo, è una 30enne la supertestimone che accusa Cipressi

La donna, che vive a Chieti ed è amica del presunto assassino, sarebbe stata avvicinata dalla vittima e lo avrebbe respinto. Da qui la collutazione con Cipressi e il colpo mortale con una bottiglia

CHIETI. È stata una trentenne che vive a Chieti, con la quale due notti fa Fausto Di Marco aveva tentato un approccio respinto, a presentarsi alle 13 di ieri ai carabinieri della Compagnia di Chieti, comandati dal maggiore Federico Fazio, e a raccontare cosa era accaduto, come e perché Di Marco è stato ucciso. Fino a quel momento nulla era venuto fuori dai numerosi testimoni sentiti in Questura dalla Squadra Mobile e trovati all'esterno del kebab e del circolo privato di Chieti Scalo, sulla dinamica dell'omicidio di Di Marco perché nessuno, fra i testimoni, diceva di aver visto alcunchè, né liti, né screzi né altro. La donna invece, amica di Emanuele Cipressi, il 24enne padre di due figli sottoposto a fermo del pubblico ministero di Chieti Giancarlo Ciani con l'accusa di omicidio, aveva visto tutta la scena perché era in compagnia del 24enne, all'esterno del circolo in cui aveva trascorso la serata, quando Di Marco aveva tentato, a quanto pare ubriaco, un approccio piuttosto pesante e che lei aveva respinto.

[[(Video) Omicidio a Chieti Scalo, il fermo di Emanuele Cipressi]]

leggi anche: Omicidio a Chieti Scalo, fermato un sospettato. Il movente: una battuta di troppo a una ragazza La vittima è Fausto Di Marco, 40 anni da compiere. Trovato riverso su un marciapiede in via Pescara. Inutile l'intervento dei soccorsi. Le indagini si concentrano su Emanuele Cipressi, 24 anni di Chieti, accusato di omicidio volontario

Sentitosi respinto, Di Marco, secondo il racconto della testimone, le ha lanciato un bicchiere che lei è riuscita a schivare ed è finto addosso a Cipressi. Cipressi, che in quel momento aveva in mano una bottiglia di birra, un pò per difendere la ragazza sua amica, un pò per il bicchiere, si è avvicinato a Di Marco. Ne è nata una colluttazione, i due sono finiti a terra e quando Cipressi si è rialzato Di Marco, che pure si è quasi rialzato barcollante, perdeva già molto sangue, raggiunto al collo probabilmente da un coccio di bottiglia che gli ha reciso le vene della carotide. La ragazza a quel punto, alla vista del sangue e pensando che Di Marzio fosse solo ferito, è tornata a casa. Ma quando, in tarda mattinata, ha appreso dai telegiornali che quell'uomo era morto, ha deciso che non poteva tenersi dentro quel peso ed ha raccontato tutto ai carabinieri.

A rafforzare gli indizi contro Cipressi anche un paio di jeans, macchiati di sangue, trovati nel bagno della casa in cui il giovane vive. Oltre che con i gravi indizi di colpevolezza il fermo, che ora dovrà essere convalidato ma l'udienza non è stata ancora fissata, è stato motivato anche con il pericolo di fuga perché il giovane si è allontanato immediatamente dal luogo del delitto e, una volta a casa, vistosi scoperto, avrebbe potuto fuggire.

Intanto l'autopisa, che verrà affidata a Pietro Falco, responsabile della medicina legale dell'Asl di Chieti, è in programma per domani (martedì 11 ottobre). L'atto che dispone l'esame medico legale è stato recapitato nel pomeriggio al difensore di fiducia di Cipressi, l'avvocato Roberto Di Loreto, che ha nominato come consulente di parte il medico leale Luigi De Pascalis.

Di Loreto ha avuto un primo incontro in carcere a Chieti con il suo assistito, incontro molto breve finalizzato esclusivamente ad alcuni adempimenti come la firma sulla procura che conferisce il mandato difensivo. Cipressi è apparso molto provato ma, secondo quanto si è appreso, i due non hanno parlato dei fatti della scorsa notte. Il legale e il suo assistito si incontreranno di nuovo nei prossimi giorni, nel frattempo non è stata ancora fissata l'udienza di convalida del fermo disposto dal pubblico ministero Giancarlo Ciani nei confronti del 40enne teatino che è accusato di omicidio.