Ortona e Lanciano celebrano il Lodo di pace

Le città ricordano la guerra dei due secoli e San Giovanni da Capestrano che vi pose fine

 ORTONA. Cerimonia per il 584º anniversario della pace tra Lanciano e Ortona. Ieri mattina, nella cattedrale di San Tommaso, si sono ricordati gli avvenimenti che portarono al "Lodo di pace" voluto da San Giovanni da Capestrano il 17 febbraio del 1427. Alla celebrazione eucaristica, officiata dall'arcivescovo Emidio Cipollone e dal parroco Pino Grasso, hanno partecipato le delegazioni delle due amministrazioni cittadine guidate dai sindaci di Ortona e Lanciano Nicola Fratino e Filippo Paolini. Ad ascoltare le parole del vescovo c'erano studenti e cittadini oltre ai rappresentanti delle istituzioni civili e militari. Monsignor Cipollone nella sua omelia ha ripercorso la storia di San Giovanni, portatore di pace tra due popoli che per due secoli si sono fatti la guerra. Partendo dalla figura del Santo, il vescovo ha voluto lanciare un messaggio di pace e di riconciliazione in un periodo come questo in cui spesso a fare notizia sono le molte guerre in corso. La storia della guerra tra Lanciano e Ortona narra che nella notte del 4 ottobre 1250 fu data alle fiamme una nave lancianese. A questo evento seguì la richiesta, da parte delle autorità di Lanciano, di risarcimento dei danni e della consegna dei promotori ed esecutori del gesto. La richiesta non fu accolta. Iniziarono, dunque, una serie di atti di ritorsione da una parte e dall'altra. L'anno seguente gli ortonesi rispedirono indietro tutte le navi dei mercanti che dovevano recarsi alle fiere di Lanciano. Il danno economico e d'immagine portò Lanciano ad incendiare le porte di Ortona e prendere in ostaggio alcuni ortonesi. Ci fu uno scontro feroce sulle sponde del Feltrino. Al centro della contesa vi era, tra le altre cose, l'utilizzo del porto di San Vito. Frate Giovanni da Capestrano, grande oratore e famoso per i suoi miracoli, giunse a Lanciano il 6 dicembre 1426. Qui viene a conoscenza della disputa in corso. Le sue prediche riuscirono a calmare gli animi. Non potendo raggiungere Ortona, vi mandò un confratello, frate Roberto, che con le autorità ortonesi ritornò a Lanciano per trattare la pace. Il 14 febbraio 1427 le parti si accordarono sui capitoli del trattato. La delegazione ortonese rientrò in sede. Tre giorni più tardi, il 17 febbraio 1427, nella chiesa dedicata a San Tommaso, davanti alle università ed a tantissimi cittadini, frate Giovanni lesse, sulla tomba dell'apostolo Tommaso, il "Lodo di pace" tra le popolazioni redatto dal notaio ortonese Cicco di Memmo di Rosato. Nel trattato Ortona e Lanciano si davano reciproca cittadinanza. I cittadini avevano uguali diritti e doveri. Le città furono chiamate a formare un unico territorio chiamato di Ortona e Lanciano. Anche gli stemmi araldici dovevano stare insieme. A ricordo della pace fatta, le città decisero di costruire due conventi di frati minori, a Lanciano e a Ortona.

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