L’appello di medici e consiglieri comunali: la Asl intervenga a garanzia dei pazienti

Ospedale, troppi disservizi

Tac vecchia e risonanza fatta fuori il policlinico

CHIETI. «Altro che ospedale di eccellenza per alcuni servizi siamo dietro a Ortona e Guardiagrele». E' quanto sostengono diversi medici e consiglieri comunali di Chieti. Una Tac vecchia e imprecisa e una risonanza magnetica posta fuori l'ospedale sono i simboli dei disservizi. Per fare una risonanza magnetica, inoltre, è necessario che il paziente venga prelevato con un'ambulanza e portato fuori l'ospedale; peggio il capitolo liste di attesa con mammografia dove si superano i 2 anni.

«Il problema della Tac è la spia di come il Ss. Annunziata stia rinunciando a essere punto di ecellenza rimanendo indietro a strutture di secondo livello», spiega Liberato Aceto, medico e consigliere comunale che ha presentato un ordine del giorno approvato all'unanimità. Medici e consiglieri dicono che non è una questione di campanilismo ma di «vite umane da poter salvare».

Se accade un incidente stradale con un ferito politraumatizzato, la cosa da fare è portarlo a Chieti dove c'è rianimazione, cardiochirurgia, ci sono sale operatorie, ma al Santissima Annunziata trova alcune apparecchiature decisive per esami rapidi, molto inferiori di quelli offerti a Guardiagrele e Ortona.

«Non è marginale», spiegano i medici, «perchè in molti casi è decisivo che un esame veloce e accurato riesca a indirizzare il chirurgo sul tipo di intervento da fare, questo significa spesso poter salvare una vita. Anche nel caso del tumore una indagine dettagliata permette un migliore trattamento, ma così non accade. La Tac all'ospedale di Chieti è di prima generazione. Troppo vecchia ed è messa al pronto soccorso. Questo il paradosso: dovremmo offrire servizi migliori, invece, sono peggiori, non certo da ospedale di primo livello e di eccellenza».

Altro caso quello della risonanza magnetica, servizio che è gestito dall'Università. Il laboratorio è fuori l'ospedale, addirittura, a un chilomentro. Il paziente, anche quello ricoverato, deve attendere l'ambulanza, essere trasferito sul posto e rifare il viaggio all'incontrario. Tanti gli inconvenienti: il far uscire un paziente fuori l'ospedale con il caldo o il freddo, l'ambulanza non sempre disposinibile.

Sulle liste d'attesa la situazione è ancora più grave. Per mammografia si deve aspettare due anni, per una normale Tac due mesi, per un esame di laboratorio un mese. «Tempi incopatibili spesso con le esigenze del paziente e con la progressione della malattia», conclude Aceto, «se davvero vogliamo essere un ospedale di eccellenza allora bisogna dimostrarlo nei fatti e non a parole».

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