Pagano, non ci fu calunnia «Ma la sentenza è ingiusta»

San Salvo, il giovane che sconterà 15 anni per avere ucciso Albina Paganelli assolto per avere trascinato nell’inchiesta due operai. Uno venne anche arrestato

VASTO. Omicidio di Albina Paganelli: a distanza di 24 ore dalla sentenza emessa da giudice Anna Rosa Capuozzo, lo sconcerto per l’assoluzione di Vito Pagano, 29 anni dall’accusa di calunnia nei confronti dei due giovani che lui aveva coinvolto nell’uccisione della donna di 68 anni, non accenna a diminuire. L’amarezza di Andrea Chierchia e Giuseppe Piserchia, gli avvocati di Chelmus Gelu, il romeno di 28 anni contro il quale Pagano puntò il dito dopo l’arresto, salvo poi ritrattare, è cresciuta. A loro giudizio alla condanna per omicidio - la pena comminata dal Gup con il rito abbreviato è stata di 15 anni e 4 mesi - andava aggiunta quella per calunnia aggravata.

«Che Pagano abbia accusato il nostro cliente dell’omicidio mandandolo in carcere è un fatto», dicono i due legali. «Che il nostro cliente sia stato indagato e abbia subito danni a causa di quello che è successo, è un altro fatto inconfutabile. Non è forse calunnia questa? A Perugia Amanda Knox è stata condannata per calunnia per le accuse rivolte a Patrick Lumumba nel corso delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher. Questa sentenza ci sorprende davvero. Siamo curiosi di leggere le motivazioni», affermano Chierchia e Piserchia.

E non è meno arrabbiato G.G., 30 anni, di San Salvo anche lui coinvolto da Pagano nell’omicidio. Il suo avvocato, Marisa Berarducci, non si rassegna. La battaglia giudiziaria si sposterà quindi all’Aquila davanti ai giudici della Corte d’appello. Probabilmente la stessa cosa deciderà di fare la Procura. Ma questo potranno confermarlo, e solo se lo riterranno opportuno, i Pm Enrica Medori e Giancarlo Ciani.

«La cosa più assurda», riprende l’avvocato Chierchia, «è che il mio cliente non conosce neppure Pagano e non è mai entrato nella casa di via Fedro in cui avvenne l’omicidio. È evidente che Chelms Gelu è molto amareggiato. Il fatto che non sia stato riconosciuto il suo diritto a essere risarcito per lui è un fatto doloroso». L’uomo, che continua a ricordare di essere stato ingiustamente coinvolto nella tragica vicenda. ora aspetta con fiducia l’appello. E tanta è l'amarezza anche per G.G.

Per i legali di Vito Pagano, Clementina De Virgilis e Fiorenzo Cieri, gli errori commessi dal loro cliente dimostrano che Pagano non solo la notte del delitto, ma anche nei giorni seguenti, non era completamente razionale. E del resto la stessa perizia parla di capacità di intendere e volere ma accenna a comportamenti narcisistici e patologici. Sul banco degli imputati è finita la droga.

A San Salvo sono tanti quanti pensano che Pagano non avrebbe mai commesso un omicidio se la notte del 14 agosto fosse stato lucido.

Paola Calvano

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