Palpeggia ragazzina al bar Rischia il processo a 80 anni 

Anziano accusato di violenza sessuale su una 13enne, la procura chiede il giudizio Avrebbe cercato di adescarla in un locale dello Scalo, poi la giovane è fuggita

CHIETI. L’ha costretta a subire atti sessuali, in un bar di Chieti Scalo, dopo averle messo una mano sotto la gonna. Un anziano di 80 anni, teatino, rischia di finire sotto processo: la vittima è una ragazzina di 13 anni che stava trascorrendo qualche ora in compagnia delle amichette. Il sostituto procuratore Lucia Anna Campo, che coordina l’inchiesta condotta dai carabinieri, ha chiesto il rinvio a giudizio del pensionato, incensurato, che vive all’estero ma torna spesso nella sua terra d’origine per passare lunghi periodi di vacanza. L’udienza preliminare, davanti al gip Isabella Maria Allieri, è stata fissata per domani: l’imputato è accusato di violenza sessuale aggravata.
L’episodio risale al 20 maggio scorso. È il pomeriggio di una domenica soleggiata e l’adolescente si trova in un bar nella zona di piazzale Marconi, a due passi dalla stazione ferroviaria. In giro c’è parecchia gente. Mancano pochi minuti alle 17 quando la tredicenne accompagna le sue amiche al bagno. Lei resta fuori, in attesa che finiscano. Ma, all’improvviso, le si avvicina un anziano che prima le tocca un braccio e poi le infila una mano sotto la gonna, costringendola a subire palpeggiamenti. La minore riesce a scappare e a lanciare l’allarme. Qualcuno telefona al 112. Quando sul posto arrivano i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile e della stazione di Chieti Scalo, insieme alla ragazzina ci sono anche il papà e altri parenti. Il molestatore non si è allontanato: è seduto su una panca vicino al bar, come se nulla fosse accaduto. È la stessa tredicenne a indicarlo ai militari: «È lui, ne sono sicura». I carabinieri bloccano l’anziano e lo portano in ufficio per l’identificazione, poi scatta la denuncia a piede libero. Vengono presi a verbale anche un paio di testimoni che, al momento della violenza, si trovavano nelle vicinanze: entrambi confermano quanto riferito dalla vittima, ricalcando il suo racconto. All’indomani, il padre della tredicenne torna in caserma per formalizzare la querela nei confronti del molestatore. Il resto è storia recente. Nelle scorse settimane, la procura ha chiesto e ottenuto l’incidente probatorio: si tratta di uno strumento processuale per cristallizzare prove, da utilizzare poi durante il dibattimento, che l’incedere del tempo e il mutare di circostanze e persone potrebbero mettere a rischio. Nell’occasione la vittima ha confermato gli atti sessuali subiti qualche mese prima. Lo ha fatto in un’udienza, naturalmente a porte chiuse, alla presenza di una psicologa. Il racconto della ragazzina è stato ritenuto genuino e credibile dalla procura. Le violenze hanno pesantemente segnato l’adolescente a livello psicologico: adesso ha paura ad uscire di casa da sola, anche di giorno. La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Placido Pelliccia. Ora toccherà al gip decidere se l’ottantenne dovrà affrontare un processo.
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