Pd-Idv, un filo tiene l’alleanza

L’Italia dei valori rilancia i nomi di Legnini e Bosco

CHIETI. L’Italia dei valori ribadisce contrarietà alla candidatura di Francesco Ricci e il centrosinistra piomba in una profonda crisi di identità. La coalizione che da cinque anni amministra a palazzo d’Achille rischia infatti di spaccarsi definitivamente a poche settimane dal voto per le comunali di fine marzo.

Il partito di Di Pietro non solo conferma il no a Ricci ma rilancia i nomi del senatore Giovanni Legnini e della ex consigliera regionale Antonella Bosco. «Candidature impossibili», a detta del del Pd che, a questo punto, rischia di vedere l’allenza ulteriormente assottigliata se il partito dovesse persistere nella decisione di confermare il sindaco uscente.
La posizione del Pd è netta. A riassumerla sono i segretari regionale e cittadino, Silvio Paolucci e Enrico Iacobitti. «Di fronte a questa situazione bloccata, non siamo neppure nelle condizioni politiche di poter convocare nuovamente l’assemblea cittadina, semplicemente perché non c’è nulla da discutere».

Il chiarimento sembra ben lontano da un approdo certo. Nei giorni scorsi, Ricci aveva rimesso nelle mani del partito il mandato esplorativo conferitogli all’unanimità dall’assemblea. Alla fine del giro di consultazioni, il sindaco ha dovuto prendere atto del veto dell’Idv sul suo secondo mandato e ha rinviato al Pd la decisione di proseguire la trattativa. Paolucci aveva chiesto qualche giorno di riflessione, in attesa che l’Italia dei valori indicasse soluzioni alternative ma dall’Idv è arrivata ancora l’indicazione di Legnini, questa volta con l’aggiunta dell’avvocato teatino, Antonella Bosco, ex consigliera regionale del Pd nella amministrazione di Ottaviano del Turco.

«Due ipotesi ampiamente sondate e verificate», spiega Iacobitti, «il senatore per questioni politiche, Antonella Bosco per ragioni personali, non sono disponibili a candidarsi. Stupisce che da parte dell’Italia dei valori si continui a insistere su questa linea. Diciamo che l’assemblea del Pd non può essere convocata per il semplice motivo che ha già deciso all’unanimità il proprio candidato. Che è, e lo ribadiamo, Francesco Ricci».
La mossa dell’Idv è spiazzante anche perché non mette in campo candidature di area dipietrista o attingendo dalla società civile. «Vogliono decidere loro quale deve essere il nostro candidato sindaco, dopo che l’assemblea ha già dato indicazioni inequivocabili. Ecco perché diciamo che quella dell’Idv è una risposta inaccettabile», commenta Iacobitti.

La trattativa corre su un filo sottilissimo che potrebbe spezzarsi da un giorno all’altro. Lo scenario che si presenta davanti al centrosinistra, coalizione già in netto ritardo di consensi rispetto alla aggregazione creata attorno al Pdl, è quello di dover marciare divisi. «Scongiuriamo questa prospettiva», aggiunge Iacobitti, «ed è chiaro che le porte all’Idv restano apertissime in caso di ripensamenti. Sarebbe assurdo rompere una coalizione dopo che la stessa Idv è stata costantemente al governo della città nei cinque anni di amministrazione Ricci, condividendo sempre tutte le scelte fatte. E’ evidente il veto alla persona, che però il Pd non può assecondare in alcun modo. E’ una strada sbagliata, inaccettabile e incomprensibile per il nostro elettorato».

La sensazione è che nel centrosinistra vada consolidandosi la sindrome della sconfitta ancor prima di giocare la partita. E che tra i principali partiti della coalizione, Pd e Idv, cominci a prendere il sopravvento la voglia di contarsi per stabilire a chi spetterà il ruolo egemonico sul resto di un’alleanza politica sempre più fragile.