Poca acqua, anche i vacanzieri vanno via

Guardiagrele, Comitato civico in piazza per protestare contro la carenza idrica che dura da anni

GUARDIAGRELE. «Eviterò Guardiagrele, la prossima estate. Non c’è l’acqua per lavarsi». Lo racconta un guardiese residente in Italia settentrionale dopo l’ennesima vacanza estiva con rubinetti a secco nella casetta di famiglia. La testimonianza ha fatto ieri il giro di piazza Santa Maria Maggiore, dove il Comitato civico aveva indetto una giornata di mobilitazione per l’emergenza idrica. Gli fa eco un residente. «Sto in affitto, lo stabile è senza serbatoio e autoclave, l’acqua c’è per qualche ora al giorno e non c’è mai quando io e mia moglie ci prepariamo per andare al lavoro. Siamo tornati al Medioevo».

C’è chi pensa che sia normale vivere con l’acqua razionata in uno dei circondari italiani più ricchi di acque sorgive e potabili. Ma è una minoranza. I più non nascondono la rabbia per un servizio così scadente a prezzi al metro cubo che lievitano di anno in anno. Con l’aggravante di vedersi caricato in bolletta un 7% extra, che la Sasi, gestore del ciclo idrico integrato, non può più pretendere da quando il referendum ha abolito l’addebito per la “remunerazione del capitale investito”.

Monta l’esasperazione contro la Sasi, a cominciare dagli animatori del Comitato, cittadini volontari che danno voce all’insofferenza ormai in espansione a macchia d’olio. «Occorre sganciarsi», attacca Gino Primavera, tra i fondatori del movimento, «dalla cattiva politica idrica che da sempre ha investito la nostra regione e sottrarre un servizio a chi lo gestisce da postazioni elettoralistiche. C’è un’assemblea dei sindaci», incalza l’ex consigliere provinciale, «che è il braccio politico della Sasi. Chiediamo se c’è qualcuno disposto a dire che non c’è una responsabilità da parte di questi signori che amministrano i Comuni serviti dalla Sasi e contestualmente approvano i bilanci dell’ente erogatore». Sul versante finanziario ha le idee chiare Nello Iacovella, tra i portavoce del Comitato. «Non tifiamo per nessuno, ma è un fatto che la crisi è vecchia di trent’anni e la Sasi è senza un soldo per investire sulla rete. Non ci resta che sperare nei 6 milioni di fondi Fas in Regione per le opere idriche. Chiediamo almeno la manutenzione alle sorgenti dell'Avello e il promesso sondaggio di nuovi pozzi a Bocca di Valle. È troppo?».

Francesco Blasi

©RIPRODUZIONE RISERVATA