Pochi soldi, la scuola è al collasso

Mancano i fondi anche per la carta igienica, i pennarelli e le supplenze

LANCIANO. Una scuola al collasso, senza più fondi dal ministero della pubblica istruzione, in grave difficoltà a proseguire perfino l’attività didattica e alle prese con nuove razionalizzazioni della Provincia. E’ la fotografia degli istituti scolastici frentani, dalle materne alle superiori. In alcune scuole manca la carta igienica, in altre non si acquistano più pennarelli e cartoncini.

Accade anche che i bambini possano fare i lavoretti solo se le famiglie provvedono all’acquisto dei materiali. Quasi tutte hanno seri problemi di funzionamento della didattica. Non ci sono più soldi. Maestri e professori, se si assentano, tra qualche mese, non potranno più essere sostituiti perchè non ci saranno fondi per pagare i supplenti. Così come non si sa come reperire i soldi per gli esami di stato o per le attività extra curricolari. Non è il terzo mondo, è la provincia di Chieti.

A scuola, dai banchi delle materne fino alle superiori, le preoccupazioni dei dirigenti sono le stesse: il bilancio e i fondi d’istituto.
Il grido di allarme viene dagli 85 presidi e dirigenti scolastici di ogni ordine e grado della provincia di Chieti che, nei giorni scorsi, si sono riuniti nell’istituto De Titta di Lanciano e hanno formalizzato la richiesta di un incontro urgente col presidente Enrico Di Giuseppantonio.

In vista, infatti, ci sono nuove razionalizzazioni.
E i fondi, esigui, servono alle fotocopie e alle sostituzioni del personale, al pagamento degli oneri per le supplenze e alle attività di laboratorio.
«Le scuole sono ridotte alla fame», sintetizza Davide Desiati della Cisl scuola.
Qualcuno riutilizza il retro dei manifesti per le fascette dei compiti in classe, altri hanno registri con carta riciclata e aspettano prima di mettere il sapone nuovo nei bagni.

Qualche altro, come nel comprensivo di Torricella Peligna, ha pensato di chiedere un contributo di 20 euro alle famiglie, un’ipotesi invece scartata dai sindaci dei plessi scolastici: Gessopalena, Pennadomo, Torricella Peligna, Roccascalegna e Montenerodomo che pure cercano di aiutare con qualche fondo.

A Torricella aspettano dal 2007 circa 90mila euro anticipati per pagare le supplenze.
Non c’è più nulla neanche per le spese ordinarie, eppure l’istituto riunisce quattro plessi per un totale di 380 alunni. Anche nell’istituto comprensivo di Quadri si fanno i salti mortali: agli insegnanti è stato esplicitamente detto di non fare ore in più perchè non ci sono soldi per pagarle e il materiale di funzionamento (carta, colori, fotocopie ecc.) deve bastare fino al dicembre 2010.

E il comprensivo conta 12 plessi di comuni di montagna e 450 alunni dalle materne alle medie. «Ministero e Provincia stanno colpendo la parte più debole della catena», commenta Maria Saveria Borrelli, direttore amministrativo del De Titta di Lanciano, «così ne va della dignità di ogni scuola». «Stiamo vivendo uno stato di grande disagio, navighiamo a vista», le fa eco Gianni Orecchioni, preside del De Giorgio, «e stiamo parlando di servizi pubblici».