Premiato Sorrentino, studioso del Cesi

Riconoscimento per una ricerca sulla lotta al cancro del polmone

 CHIETI. Una scoperta per la lotta al cancro del polmone. Carlo Sorrentino (a destra), studioso del Cesi, Centro di scienze dell'invecchiamento della Fondazione Università d'Annunzio, è uno degli otto premiati dalla Fondazione Berlucchi per la ricerca scientifica in oncologia.  Al premio hanno concorso in 114 da tutt'Italia. A Chieti è arrivato l'unico riconoscimento del centro sud e tutto grazie a un'intuizione che promette bene. Nel 2009 proprio Carlo Sorrentino, 35 anni, di Chieti, dove ha compiuto gli studi in medicina e la specializzazione in anatomia patologica, pubblica sulla rivista «American Journal of respiratory and critical care medicine», una ricerca sul cancro al polmone. Accanto a lui, sul lavoro, c'è la firma di Emma Di Carlo, responsabile dell'unità operativa di morfologia funzionale del Cesi, che coordina il gruppo di studio di Sorrentino. Gli studiosi seguono per 5 anni 148 malati di cancro al polmone della forma non a piccole cellule, operati presso la chirurgia toracica del Santissima Annunziata. «Ci accorgiamo», dice Sorrentino, «che in questo tipo di tumori, nell'adenocarcinoma in particolare, viene espressa una citochina di recente scoperta, l'«interleuchina 32». E' una sostanza che viene prodotta dal sistema immunitario con funzione di regolazione. Nei casi di adenocarcinoma o forme similari da noi osservati, la presenza di inteleuchina 32 si associa a una prognosi peggiore della malattia. In pratica i pazienti, almeno quelli da noi osservati, hanno meno aspettativa di vita ed è più probabile che sviluppino recidive».  I casi studiati sono pochi ma questa intuizione da laboratorio può portare a sbocchi interessanti. «Siamo a uno stadio preclinico, dunque c'è ancora tanto perché questa intuizione significhi cure innovative per i pazienti», osserva Sorrentino. «Una strada da percorrere potrebbe essere quella di inibire farmacologicamente la produzione di interleuchina 32, per vedere se si riesce a impedire al carcinoma polmonare di influenzare il microambiente e il sistema immunitario a proprio vantaggio».  Lo studio teatino è arrivato all'attenzione della comunità scientifica internazionale nel 2009 e oggi con il premio Berlucchi riceve un altro prestigioso incoraggiamento. (s.b.)