Il palazzo di giustizia di Chieti

CHIETI

Proiettile via lettera, la pista porta a Vasto 

Nella missiva giunta in prefettura si parla di casi di malasanità e dei licenziamenti del Cotir, sotto esame altri due precedenti

CHIETI. C’è la stessa mano dietro alle tre lettere minatorie, con proiettili inclusi, destinate negli ultimi mesi a politici e amministratori abruzzesi. All’indomani della busta arrivata alla prefettura di Chieti, porta a Vasto – e sempre con più decisione – la pista seguita dagli investigatori per dare un volto all’anonimo che si è scagliato contro il senatore Pd Luciano D’Alfonso, già governatore d’Abruzzo, gli assessori regionali alla sanità Silvio Paolucci e all’agricoltura Dino Pepe, il sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo, il manager e il direttore sanitario della Asl Lanciano Vasto Chieti, Pasquale Flacco e Vincenzo Orsatti. I 6 erano finiti nel mirino già due volte: la prima lo scorso maggio e la seconda tra agosto e settembre.
Chi ha vergato l’ultima lettera dice di appartenere a un fantomatico movimento che si rifà alla Repubblica Vastese, proclamata nel 1799 sul modello francese ed esistita per poco più di 5 mesi.

leggi anche: Proiettile e lettera anonima recapitati in prefettura, a Chieti Lettera con proiettile e minacce in prefettura Nel mirino il senatore D'Alfonso, gli assessori regionali Paolucci e Pepe, il sindaco di Lanciano Pupillo con i dirigenti Asl, Flacco e Orsatti. I destinatari pensano a un gesto isolato

La missiva è stata scritta a mano, su due fogli bianchi formato A4, ed infilata in una comune busta gialla insieme a un proiettile calibro 9. E proprio la grafia potrebbe essere un elemento decisivo nell’inchiesta aperta dal pm di turno, Lucia Anna Campo, e condotta dai poliziotti della Digos. Il plico, come i precedenti recapitati negli uffici aquilani dell’assessore Paolucci, contiene frasi confuse e sconnesse relative soprattutto al mondo della sanità. In un passaggio, ad esempio, l’autore richiama un recente fatto di presunta malasanità sul quale sta indagando la procura: l’improvvisa morte di una donna, inizialmente ricoverata all’ospedale di Vasto, avvenuta dopo una colonscopia. Ma non mancano altri riferimenti alla realtà vastese, come i licenziamenti del Cotir, il consorzio per la divulgazione e sperimentazione delle tecniche irrigue. In questo caso ad essere chiamato in causa è l’assessore Pepe.
È invece Paolucci, riferendosi alle prime due lettere, a fornire dettagli utili per provare a tracciare un profilo di chi si è reso responsabile di questa scia di minacce: «Sono frasi sconnesse, ma non prive di indicazioni: si tratta di qualcuno che conosce aspetti legati alla gestione della sanità e che, in qualche modo, è informato. Esistono pochissimi cittadini che possono parlare di quei cinque, sei argomenti trattati nelle lettere».
La prossima settimana, i destinatari delle minacce potrebbero essere convocati negli uffici della questura ed ascoltati dagli investigatori. La speranza è che i diretti interessati, leggendo le frasi dell’anonimo, forniscano qualche indicazione utile per risolvere quello che, con il passare dei mesi, sta assumendo i contorni di un giallo. A inizio settimana una prima informativa verrà consegnata in procura. Decisivi potrebbero risultare gli accertamenti della Scientifica avviati per rilevare eventuali impronte e Dna, anche sotto il francobollo: alcuni reparti verrano analizzati dagli specialisti di Ancona.
E intanto trapelano, per la prima volta, alcuni dettagli della seconda lettera minatoria – in quel caso senza proiettile – arrivata negli uffici di Paolucci un paio di mesi fa e tenuta nascosta per motivi investigativi. L’anonimo aveva alzato il tiro, rispetto al messaggio contenuto nel plico precedente, scrivendo di aver avuto già l’occasione di fare fuori Paolucci a Tollo, il paese d’origine del politico del Pd. E non mancavano neppure inquietanti riferimenti alla famiglia dell’assessore.